Il Piano regionale per il controllo delle popolazioni di daino nella pineta di Classe, che porta la data del marzo 2021, prevedeva la cattura di 30 ungulati l’anno tra la pineta di Classe e quella di Volano (nel ferrarese) e il loro spostamento in luoghi dove possono essere liberi, compatibilmente con il loro habitat, o ceduti a privati idonei a tenerli. Di rinvio in rinvio, se ne dovrebbe riparlare non prima di ottobre o novembre 2022, dato che ormai la pineta è animata da ravennati e turisti. Ma non sarà facile. Da un lato, la cattura dei daini è problematica, dovendo anche metterne in conto la morte di un certo numero per troppa adrenalina. Dall’altro, non è facile emettere un bando capace di reperire privati disposti a prenderli in affidamento, che possiedano i requisiti richiesti.
Già dal 2018, esiste però in Emilia-Romagna, valido a tutto il 2023, un Piano faunistico regionale, approvato anche dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), che ha tra gli obiettivi primari la salvaguardia dell’agricoltura e la riduzione degli incidenti stradali. Esso prevede, oltre alla recinzione delle aree agricole maggiormente a rischio, il ventaglio di misure e azioni di prevenzione seguente: sensori elettronici che propagano stimoli acustici all’avvicinarsi di un ungulato selvatico; dissuasori elettronici che, attivati con le luci dei fari, emettono stimoli visivi e acustici di disturbo degli animali; dispositivi ad ultrasuoni che li tengono lontani. Queste apparecchiature devono essere accompagnate da cartelli verticali informativi che avvisano l’automobilista di passaggio dell’inizio di un tratto a rischio collisione e dall’introduzione di una applicazione gratuita per informare i guidatori sui tratti più a rischio e segnalare l’eventuale presenza degli ungulati selvatici. Sperimentazioni avviate fin dal 2014 con diversi di questi dispositivi su tre tratti stradali altamente pericolosi del piacentino, del modenese e del riminese fecero sì che gli incidenti fossero ridotti a zero e su due tratti nel reggiano si restringessero rispettivamente a due casi e ad uno.
Lecito dunque chiedersi se e come questo piano sia stato eseguito. La risposta ci è data da un’accurata ispezione, documentata da un’ampia raccolta di foto e di video, compiuta il 21 novembre 2020 da volontari dell’associazione CLAMA, coadiuvati dalle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) di Legambiente, sullo “Stato di dissuasori, recinzioni ed altre misure di prevenzione in prossimità della Pineta di Classe”. Dalla relazione descrittiva si ricava infatti quanto segue.
- Via dei Lombardi – Recinzione della zona privata cosiddetta “Pineta dell’Immobiliare” (luogo chiuso all’accesso e frequentato dai daini anche in orario diurno) divelta in molti punti. Alcuni catarifrangenti mancano della rifrazione posteriore. Nei pressi della ferrovia non sono stati apposti né reti né dissuasori per evitare che gli animali attraversino i binari.
- Via Bevanella – Reti e dissuasori totalmente assenti.
- Area del campo sportivo a Fosso Ghiaia – Reti metalliche esilissime, piegate dal vento, con avanzi di bandelle colorate molto deteriorate che avrebbero dovuto provocare movimenti e rumori, ma così non spaventano alcun animale. Recinzioni squarciate o totalmente assenti lungo ampi tratti della SS 16 Adriatica. Sbocchi stradali di immissione sulla statale stessa sprovvisti di ogni tipo di dissuasore.
- Zona di Via Sila – Casa Acquara (confine sud della Pineta di Classe) – Spezzoni sbrindellati o sollevati di reti poste in opera alcuni anni fa probabilmente per contenere la fuoriuscita dei daini dalla pineta e a tutela dei campi coltivati, poi abbandonate al completo degrado, del tutto incapaci di trattenere animali.
La situazione non è certo migliorata, se mai peggiorata. Siamo dunque al punto zero o quasi. Ciò giustifica che si chieda al sindaco di Ravenna se intende assumere ogni utile iniziativa affinché, tramite un accordo che coinvolga gli altri enti pubblici interessati, sia predisposto e quindi realizzato un progetto di esecuzione, intorno alla Pineta di Classe sovrappopolata di daini, delle direttive del Piano faunistico regionale volte ad evitare il passaggio in strada degli ungulati, allo stesso tempo allertando gli automobilisti dell’eventuale pericolo, e se mai a recintare le aree agricole a dimostrato maggior rischio di incursione.