Ci è stato segnalato ed abbiamo constatato sul posto la condizione disdicevole del parco giochi di via Montefeltro, situato in un’ampia zona abitata di Ponte Nuovo parallela a via Romea Sud. È stato inaugurato domenica 6 settembre 2015, intitolandolo a don Rino Baravelli, beneamato parroco della località dal 1974 al 1983. Dal parco, tramite l’adiacente via Gradara, si raggiunge un’area verde che fiancheggia, nella parte estrema del paese, la “sottostrada” di via Romea Sud, a cui si arriva con un passaggio pedonale lastricato. Il parco è stato frequentato con soddisfazione da molte famiglie di Ponte Nuovo coi loro figli: i suoi confini erano ben protetti da una recinzione di legno; le potature degli alberi e del prato erano discretamente curate e i giochi (altalene, scivoli, ecc.) erano in ordine. Ad onor del vero, il prato, le panchine e i giochi sono tuttora in buone condizioni, ma il contesto è stato abbandonato all’incuria e al degrado.

IL DEGRADO

  • Nel corso degli anni, la staccionata di legno della recinzione, atta ad evitare che i bambini finissero sulla strada giocando o correndo, è andata via via deteriorandosi. All’inizio, le parti di legno danneggiate venivano sostituite, ma successivamente la loro manutenzione è cessata. I sostegni di legno, piantati direttamente nel terreno e presumibilmente non trattati, sono poi marciti, causando nel tempo il crollo di tutta la recinzione, salvo alcuni brevi tratti. In alcune altre località, la recinzione di legno di ogni parco viene fissata ad un “fittone” di acciaio zincato piantato nel suolo. Ripristinando quella del parco Baravelli con tale tecnica, la maggiore spesa iniziale sarebbe più che compensata da una più lunga durata e da costi di manutenzione ridotti.
  • Sono malcurate anche le potature degli alberi e degli arbusti, soprattutto nel passaggio pedonale lastricato, dove la vegetazione è cresciuta al punto da creare un tunnel quasi soffocante . L’erba che divide le lastre, in particolare nella piazzetta e nel piccolo sentiero interni, è prosperata disordinatamente, tanto da sollevare alcune delle piastre; le foglie secche hanno formato uno spesso tappeto, diventando causa di inciampi e di scivolate, in particolare per le persone con capacità motorie ridotte. Nella parte terminale della sottostrada dal lato sud, le erbacce hanno raggiunto anche un metro di altezza.
  • All’interno del parco sono inoltre presenti una cabina di decompressione del gas metano per le utenze civili abbondantemente imbrattata con scritte indecorose ed una struttura di metallo a protezione di un idrante di Hera decisamente malridotta. I cartelli del parco contenenti le norme comportamentali di frequentazione sono ricoperti dalla vegetazione o talmente usurati da essere sostanzialmente inutili.

CONFRONTO CON L’AREA CANI

Collegata anch’essa al parco Baravelli tramite un’area verde, esiste, nella parte più a sud (adiacente alla parte terminale di via Gradara che è a fondo chiuso), una zona dove è consentito l’accesso ai cani, anche se è priva di recinzione. Mentre nel parco non si vede quasi più nessuno, tantomeno bambini con i genitori o i nonni, probabilmente per il degrado sopraggiunto, è invece molto frequentata, con comportamenti in buona parte corretti, l’area cani. Il contrasto tra le frequentazioni delle due strutture, pur quasi accoppiate, dimostra che si è prodotto tra loro uno squilibrio, meritevole di essere rimediato.

IL DA FARSI
In sostanza, perché il parco Baravelli torni a vivere e ad animarsi, occorre ripristinarne al meglio la recinzione, potarne le alberature e gli arbusti, ripulire le erbe tra le piastre pedonali nelle parti lastricate interne al parco, sfalciare le erbacce altissime nella parte sud della sottostrada di via Romea Sud, ripulire dalle scritte indecorose la cabina di decompressione e riassestare la struttura a protezione dell’idrante di Hera. Bisogna anche recintare l’area cani.

Chiediamo perciò al sindaco se e come la Giunta comunale intenda procedere al riguardo.