“Ci è stata trasmessa, con numerose foto documentative (di cui le due sopra esposte), da persone conosciute e attendibili, la seguente testimonianza sui cumuli di polveri a cielo aperto che alcune aziende di via Baiona depositano a poca distanza dalla strada: “Questi materiali, soprattutto nelle giornate ventose, si diffondono ovunque nell’aria creando una fitta nebbia e vengono respirati, con verosimili danni ai polmoni, da chiunque percorra il tratto di strada che va dal cimitero di Ravenna fino a poco prima dell’abitato di Porto Corsini e viceversa. Le polveri possono alzarsi e spargersi su via Baiona anche in assenza di vento, quando, venendo scaricate sui cumuli esistenti oppure ricaricate per raggiungere altre destinazioni, si depositano in parte sulla carreggiata esterna,, venendo poi sollevate in aria ad ogni passaggio di mezzi. In uno di questi momenti, ci è successo, pur in assenza di vento, di percorrere un tratto di strada in mezzo ad un nugolo di polveri senza neppure poterci fermare, per il traffico intenso e la mancanza di una piazzola”.
In sostanza, si chiede di verificare se siano applicati correttamente o solo parzialmente o no, i previsti sistemi che evitino o almeno minimizzino la dispersione aerea di tali polveri inquinanti, da cui discende un potenziale rischio per l’ambiente e per la salute di chi abitualmente transita in tali zone.
Questo rischio è se possibile aggravato dalla prevista realizzazione della ciclovia Adriatica, che vedrà turisti, viaggiatori e lavoratori passare a breve distanza da quei cumuli di polveri.
Non è nostra intenzione, al momento, puntare il dito verso alcuno, bensì assumere informazioni e chiarimenti che confidiamo attendibili ed esaustivi. Stando tuttavia alle prime cognizioni acquisite via internet possiamo fin d’ora, affinché suoni come esempio, riferire che un’azienda attiva nel tratto indicato importa e stocca minerali vari tra cui il feldspato, su cui abbiamo indicativamente reperito le seguenti informazioni: “tossicità specifica per organi bersaglio, esposizione ripetuta (classificazione STOT RE 2), frazione fina respirabile compresa tra 1% e 10%; indicazione di pericolo H373: può provocare danni agli organi (polmoni) in caso di esposizione prolungata o ripetuta (inalazione); indicazione di prudenza P260: non respirare la polvere”.
Su documentazione reperibile online sul sito di una azienda di via Baiona si legge: “La maggior parte dei minerali […] contengono silice cristallina, quindi l’ esposizione personale a RCS deve essere considerata nelle valutazioni del rischio e nei protocolli di sorveglianza sanitaria. Devono essere utilizzate misure di controllo della polvere di buona pratica (ad es. contenimento; soppressione ad acqua; ventilazione dello scarico; condizionamento con filtrazione HEPA in apparecchiature mobili, ecc.)”. RCS significa silice cristallina respirabile. Da quanto sopra, ricaviamo alcune delle buone pratiche che occorre, in generale, prescrivere e di cui è doveroso controllare l’esercizio.
L’art. 50 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) dispone che, “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”. Per prevenirne la necessità, si chiede dunque al sindaco di Ravenna se intende autorevolmente interloquire con ARPAE (agenzia regionale prevenzione ambiente) affinché essa comunichi:
- quali siano le aziende poste nel tratto di via Baiona sopra indicato che richiedano di essere sottoposte a controlli e verifiche sull’adempimento delle pratiche corrette da compiere per evitare o ridurre al minimo la dispersione aerea delle polveri accumulate all’aperto nei propri stabilimenti;
- quali interventi intende produrre perché eventuali irregolarità o abusi siano rilevati e perseguiti tempestivamente.