Sullo stato delle vie Ponte Marino e Ferruzzi, cediamo l’accusa al servizio Strade del Comune: “Considerata la collocazione delle due strade, all’interno del centro storico, in prossimità della Piazza del Popolo, […] si rende necessario un intervento di messa in sicurezza delle vie attraverso un intervento di rifacimento della pavimentazione, in molti punti avvallata e degradata, al fine di ripristinare la complanarità della sede stradale di entrambe le vie e per il ripristino dei marciapiedi della via Ferruzzi, che si presentano con pavimentazione degradata di difficile percorrenza, cordonate avvallate e deteriorate. L’intervento prevederà anche il riasfalto dell’incrocio tra le vie Ferruzzi, Paolo Costa, Girolamo Rossi e Ponte Marino, la cui pavimentazione risulta degradata da scavi eseguiti negli anni precedenti per il ripristino dei sottoservizi/posa di fibra ottica”. Le foto seguenti dimostrano bene quanto sopra.
Di qui il progetto da 80 mila euro redatto dal servizio Strade in dicembre, che la giunta comunale approverà in questo gennaio. Considerato manutenzione straordinaria, si procederà subito alla sua esecuzione affidandola direttamente all’impresa che ha in appalto, per il periodo 2019-2022, lavori di manutenzione sull’intera rete stradale del Comune di Ravenna. L’opera dovrà concludersi in due mesi, affinché, all’arrivo della prossima stagione turistica, queste due strade salotto, dense peraltro dei tavolini di ristoranti e bar, siano tornate presentabili. Non che l’intervento fosse nominato nel piano degli investimenti 2021-2023, tanto meno negli interventi da realizzarsi nel 2022, ma in questo piano c’è ogni anno un fondo generico da due milioni, denominato “Interventi urgenti per manutenzione straordinaria strade e potenziamento parcheggi”, a cui la giunta comunale può attingere liberamente in ogni momento per qualsiasi opera che giudichi più urgente delle altre, col vantaggio, purché costi meno di 100 mila euro, di essere realizzata rapidamente evitando gare d’appalto. Non che queste due strade siano diventate malconce improvvisamente, ma l’urgenza è fuori discussione e l’intervento sacrosanto.
Se ne diamo notizia è prima di tutto per congratularci. Via Ferruzzi è strategica per arrivare in piazza del Popolo e alla Chiesa del Suffragio. Via Ponte Marino è uno dei lati più densi del cosiddetto “quadrilatero del gusto”. Nell’angolo che compongono, ci stanno la torre civica, il mercato coperto e piazza Andrea Costa da cui si diramano le non meno prestigiose vie IV Novembre, Matteotti e Cavour, che, almeno come pavimentazione, se la cavano meglio. Ma non saremmo Lista per Ravenna se, stando dalla parte dei cittadini, non ne ricavassimo le seguenti riflessioni da uomini della strada (nel doppio senso).
- Strade in queste condizioni ce ne sono in quantità, e non da poco tempo, in città, sul litorale e nel forese. Sarebbe opportuno definire un piano pluriennale in cui il loro rattoppamento – alias manutenzione straordinaria costosa meno di 100 mila euro – sia classificato secondo un criterio territoriale generale (cioè non per singola Area) e conseguente ordine di priorità, da rendere noti al Consiglio comunale e quindi alla cittadinanza. Si chiama trasparenza.
- Su tutte queste situazioni, largamente generalizzate, incombe questa domanda: per non arrivare alle “manutenzioni straordinarie”, non sarebbe molto meno costoso, molto più immediato e soprattutto più funzionale e dignitoso, effettuare le doverose manutenzioni ordinarie, come fa ogni famiglia avveduta con le sue proprietà?
- Il “riasfalto dell’incrocio tra le vie Ferruzzi, Paolo Costa, Girolamo Rossi e Ponte Marino”, provocato “da scavi eseguiti negli anni precedenti per il ripristino dei sottoservizi/posa di fibra ottica”, dimostra per l’ennesima volta come questi lavori, che hanno scassato ovunque sul territorio, non abbiano rispettato e non rispettino il Regolamento comunale sugli scavi, che recita: “ad opere ultimate la parte superiore della zona ripristinata deve essere pari alla pavimentazione esistente senza bombature, avvallamenti, slabbrature”; e devono essere ripristinate “a perfetta regola d’arte le condizioni preesistenti prima del ripristino delle condizioni di transitabilità”. Abbiamo denunciato più volte la latitanza di controlli che impongano l’obbligo di restituire le strade, i marciapiedi, le piste ciclabili, ecc. com’erano prima degli scavi. Deve pagare sempre Pantalone?