“Sabato scorso, vigilia di Capodanno, Argenta ha festeggiato la prossima approvazione del progetto definitivo di variante alla Statale 16 Adriatica che la congiungerà col Ponte della Bastia sul fiume Reno, entrando per poche centinaia di metri nella provincia di Ravenna. Si avvicina perciò l’appalto dei lavori, tanto che già nel settembre scorso è stata avanzata, benché ottimistica, l’ipotesi di “un apertura al traffico entro un paio d’anni”. Di una superstrada Ravenna-Ferrara, tramite varianti dell’Adriatica poste fuori dei centri abitati, si progetta e si opera da qualche decennio. Dei suoi circa 75 chilometri, la variante di cui sopra completerà l’intero tratto della provincia di Ferrara, per una cinquantina di chilometri. Nella provincia di Ravenna, è stata invece realizzata la sola variante di Alfonsine/Taglio Corelli. Restano tal quale i tratti Ravenna/Glorie e Taglio Corelli/Ponte Bastia, una decina di chilometri ciascuno. Benché quest’ultimo non attraversi alcun centro abitato, la sua variante è però abbastanza avanti, già finanziata e prossima al progetto definitivo. Sul tratto ravennate non esiste invece niente, nonostante sia ormai l’unico, tra Ravenna e Ferrara, che attraversi ancora dei centri abitati, addirittura tre: Camerlona, Mezzano e Glorie. La stessa tragica sorte perseguita inoltre la variante all’Adriatica di Fosso Ghiaia. In tutta la restante parte romagnola, gli attraversamenti dei centri abitati da parte dell’Adriatica sono stati invece risolti da anni o almeno sono in fase avanzata di soluzione. Il quadro si completa con la ristrutturazione della statale 67 Tosco-Romagnola tra Ravenna e Forlì, cosiddetta “nuova Ravegnana”, anch’essa praticamente al punto zero, mentre quella “vecchia” attraversa spericolatamente Ghibullo e Coccolia.
Rilevanti sono le disgrazie che derivano e deriveranno a lungo dalle varianti di Mezzano e di Fosso Ghiaia ancora al palo e dalla “vecchia Ravegnana”: pesante inquinamento atmosferico ed acustico, percorrenze al rallentatore, una serie ininterrotta di incidenti stradali, spesso disastrosi ed a volte mortali, collegamenti stradali pietosi per le attività economico-commerciali di Ravenna e del suo porto.
Ravenna è dunque l’ultima ruota del carro anche nei trasporti stradali. Ne abbiamo parlato spesso, addebitandone la responsabilità al governo comunale, che non ha sostenuto le proprie varianti alle strade statali presso la Regione, facendosi sopravanzare da tutti gli altri capoluoghi romagnoli, e la stessa Regione, che dal 1998 al 2018 le aveva escluse in blocco dal primo Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT). Sono state inserite all’ultimo momento nella seconda edizione, adottata nel 2019, grazie ad emendamenti formulati in partenza da Lista per Ravenna e sostenuti dalla Lega Nord nell’Assemblea regionale.
Il 26 ottobre 2021, è stata però annunciata dall’assessore regionale ai Trasporti Andrea Corsini (ravennate) la stipula di una convenzione tra ANAS e Regione, finanziata con oltre 8,750 milioni, per redigere alcuni progetti stradali, tra cui i tre di fattibilità tecnica ed economica che riguardano il comune di Ravenna: vale a dire le suddette varianti di Mezzano e di Fosso Ghiaia sulla statale 16 e la “nuova Ravegnana” sulla statale 67. Di questa si sono lette pubblicamente molte anticipazioni, in particolare su tre diverse proposte progettuali formulate da ANAS. Sulle altre silenzio assoluto. Se i patti sottoscritti con la convenzione sono stati rispettati, ANAS ha sottoposto le prime bozze dei progetti alla valutazione degli enti interessati, nel nostro caso il Comune di Ravenna, mentre la successiva consegna degli elaborati conclusivi è avvenuta al massimo entro sabato scorso, 31 dicembre.
È dunque ora che la Giunta de Pascale tiri fuori le carte che ANAS le ha consegnato. La sede pubblica per una prima loro presentazione e valutazione deve essere il Consiglio comunale, a cui spettano le decisioni fondamentali. Chiedo pertanto al sindaco se, convenendo democraticamente con questa proposta, intende darle corso sollecito, evitando iniziative di convocazione del Consiglio stesso da parte dei gruppi consiliari.”