“È stato giustamente valorizzato su tutta la stampa locale il comunicato del PD sulla “variante della statale 16 a Mezzano”, di cui l’assemblea organizzata dal PD a Mezzano lo scorso lunedì, presenti il sindaco di Ravenna, l’assessore regionale Corsini, l’assessora comunale Del Conte e la consigliera comunale Natali, avrebbe “ribadito la priorità dell’intervento”. A ben guardare, la ragione dell’entusiasmo manifestato si riduce però a questo annuncio: la Regione ha stipulato a ottobre 2021 una convenzione con ANAS perché rediga alcuni progetti di opere stradali d’interesse regionale, tra i quali lo studio di fattibilità tecnica ed economica della variante alla statale 16 Adriatica di Mezzano, Camerlona e Glorie, qui chiamata anche via Reale. “Lo studio dovrà essere terminato nella prossima estate e sarà necessario per il reperimento dei finanziamenti statali”, ha detto Corsini. Eppure, gli abitanti di questi tre sfortunati paesi ricordano come il 26 ottobre 2021 lo stesso assessore avesse annunciato che, a norma di quella convenzione, gli elaborati conclusivi di tale studio sarebbero stati consegnati al Comune al massimo entro il 31 dicembre 2022. Quando ciò avverrebbe, sarebbe comunque solo il primo passo di un lungo percorso che, nella più ottimistica delle ipotesi, impiegherebbe almeno altri cinque anni per concludersi. Si accettano scommesse che, alle prossime elezioni comunali di giugno 2027, di quest’opera nemmeno sarà aperto il cantiere.
Sarebbe l’ultimo tratto della superstrada Ravenna-Ferrara, di cui si progetta e si realizza da qualche decennio a beneficio esclusivo dei 50 chilometri della parte ferrarese, ormai conclusi. Dei 25 ravennati, il nostro Comune ha dato la precedenza ai 5 chilometri di Alfonsine/Taglio Corelli, mentre i 10 di Taglio Corelli/Ponte Bastia sono già finanziati e prossimi al progetto definitivo. Restano con un pugno di mosche proprio i 10 chilometri “prioritari” di Camerlona/Mezzano/Glorie, peraltro l’unico tratto tra Ravenna e Ferrara che attraversi, micidialmente, dei centri abitati. Parlando di Adriatica nella provincia di Ravenna, la stessa malasorte perseguita anche la variante di Fosso Ghiaia.
Non manca la faccia tosta al governo di questa città, perché, mentre il PD organizzava la bella festa di lunedì scorso, sapeva bene di non avere ancora risposto in Consiglio comunale all’interrogazione: “Indagine scientifica di ARPAE. Micidiale il traffico della via Reale”, che presentai al sindaco nel lontano 4 luglio 2022, mentre il termine massimo di legge sarebbe stato il 2 agosto. In poche parole, per tutto l’anno 2021, l’Agenzia regionale per l’Ambiente ha compiuto un’indagine scientifica sugli effetti del traffico smisurato, soprattutto di mezzi pesanti, che attraversa Mezzano (come Camerlona e Glorie), misurando sulla via Reale l’inquinamento dai rumori con un fonometro, i flussi di traffico con un radar e l’inquinamento atmosferico con un campionatore dei PM10 (le tremende polveri sottili che funestano i polmoni). La relazione voluminosa prodotta ha presentato esisti disastrosi per la salute degli abitanti di via Reale sotto tutte le specie delle rilevazioni effettuate, con enormi sforamenti dei limiti massimi ammessi dalla legge. Tanto che il dirigente comunale del servizio Ambiente così commentò i dati: ““Risulta importante proseguire la progettazione e la realizzazione della variante alla SS 16 in modo da ridurre in modo importante i flussi di traffico sull’attuale sede stradale, che deve diventare di solo traffico locale”. Il problema è che di questa variante non c’è nemmeno un pezzo di carta.
Il gioco si fa duro, perché l’indagine dimostra come il Comune di Ravenna, in mancanza della variante che non faccia più passare i mezzi pesanti in mezzo ai paesi (unico esempio positivo nel nostro Comune, la variante dell’Adriatica a Savio), sia obbligato a vietarlo con propria ordinanza. Dovrebbero tutti essere dirottati sulla Romea DIR e sulla Romea Nord, che almeno non attraversano centri abitati. Una sciagura immane per la nostra città. Ma basterebbe chiedere l’intervento della Magistratura, indagine ARPAE alla mano, perché questo provvedimento possa essere imposto d’autorità. Per non dire che chiunque potrebbe addebitare al Comune la responsabilità, al limite anche penale, degli incidenti che avvenissero a causa di un mezzo pesante. Ai cittadini l’ho fatto sapere con l’interrogazione, evidentemente scottante. Per quanto ancora subiranno pazientemente di sacrificare la loro salute a degli annunci?”