l 17 dicembre scorso, il Comune di Ravenna ha firmato davanti al notaio l’accordo con la Curatela fallimentare della società Med Ingegneria, grazie a cui è rientrato in possesso dei terreni che ospitano l’ex Centro ricerche e servizi ambientali di Marina di Ravenna, istituito all’origine da Raul Gardini. Non parlo oggi delle gravi responsabilità del Comune di Ravenna sulla lunga agonia e sul seguente decesso del Centro, che hanno prodotti enormi danni di ordine finanziario alla comunità, ma, non di meno, alla ricerca scientifica e alla formazione universitaria.
Mi riferisco invece al nuovo progetto annunciato, che si propone di realizzare, in questo complesso immobiliare, un rafforzamento del Tecnopolo di Ravenna, come estensione del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Fonti Rinnovabili, Ambiente, Mare e Energia dell’Università di Bologna. Si intende perseguire questo obiettivo con il coinvolgimento del Comune di Ravenna e di istituti privati. Il progetto, che ha già ricevuto il finanziamento di un milione di euro dalla Regione, è condivisibile. Ma bisogna evitare che i risultati siano gli stessi del precedente tragico percorso, lastricato della stessa nobile intenzione. Già nel 2011, con Med Ingegneria al timone, un finanziamento regionale di sei milioni di euro, più due erogati da altri enti locali, permise di costituire il Tecnopolo dell’Energia e della Nautica presso i laboratori del Centro stesso, che però sono sopravvissuti alla meno peggio, come ben sappiamo, solo fino al 2015.
Sicuramente le indagini giudiziarie di carattere fiscale avviate nel 2014 hanno contribuito alla malasorte, ma né l’amministrazione comunale, né la parte universitaria, seppure tempestivamente e debitamente informate dai dipendenti e dai sindacati (*), sono intervenute a tutela dei lavoratori e dell’importante patrimonio pubblico in malora.
- È dunque fondamentale conoscere, con precauzionale anticipo, come il Comune di Ravenna intende partecipare al nuovo Tecnopolo e vigilarne l’andamento, onde evitare un altro fallimento e un ulteriore rilevante dispendio di risorse pubbliche, a partire dal milione ricevuto dalla Regione.
- È inoltre molto importante sapere se l’Amministrazione intende attivarsi affinché gli ex dipendenti di Med Ingegneria che hanno perso il posto di lavoro possano recuperare dignità e diritti economici perduti, pari ad oltre 12 mensilità lavorative non percepite da ciascuno. Va infatti precisato che il parziale risarcimento a cui l’assessore Cameliani alluse, rispondendo il 18 dicembre ad una mia interrogazione, ha invece riguardato i soli Trattamenti di Fine Rapporto (cosiddette “liquidazioni”) maturati dai dipendenti, giacenti presso il fondo Tesoreria dell’ente previdenziale e da questo rimborsati a loro perché lo impone la legge. Sono comunque una piccola parte dei crediti per reddito da lavoro che i dipendenti devono ancora ricevere.
- Sarebbe infine auspicabile un interessamento del Comune stesso affinché, in vista dell’apertura del Tecnopolo presso l’ex Centro di Ricerche Ambientali di Marina di Ravenna, si offrisse ai professionisti e ai tecnici allora occupati nel Centro, la possibilità di candidarsi, se di loro interesse, a prestare la loro opera a servizio del nuovo progetto, mettendo a disposizione qualità scientifiche, attitudini ed esperienze lavorative di riconosciuto valore.
(*) come confermato il 18 dicembre scorso dall’assessore allo sviluppo economico Cameliani in risposta alla mia interrogazione “… Va anche detto e chiudo, che in questi anni l’amministrazione comunale nelle proprie potestà ha ricevuto anche i lavoratori nella fase a ridosso del 2015 e anche il mondo sindacale con cui dialoga costantemente sulla vicenda dei lavoratori……”.