Il 9 maggio scorso, presentai una proposta di mozione del Consiglio comunale sulla “TARI 2022 ANCORA SCONOSCIUTA”, chiedendo al sindaco di fare chiarezza su questa tassa, pagata da tutti i contribuenti per lo smaltimento dei propri rifiuti solidi urbani. Secondo il regolamento comunale vigente, la TARI avrebbe dovuto essere pagata in tre rate (entro aprile, luglio e novembre), oppure in una sola volta entro il 16 giugno. Ma ancora non se ne sapeva niente.
Le risposte sono contenute nella proposta di deliberazione che la Giunta de Pascale presenterà giovedì 26 maggio alla commissione consiliare Bilancio perché il Consiglio l’approvi il 31 maggio, ultimo giorno utile. Vediamole in connessione con le tre richieste avanzate dalla mozione.
- La prima richiesta, “non aumentare l’entità del montante da suddividere tra famiglie e imprese”, ha ricevuto una risposta anche peggiore di quanto scritto nel bilancio comunale approvato a fine dicembre per il 2022, benché annunciato “senza aumenti di tasse”. Rispetto ai 28,378 milioni di TARI riscossi dal Comune nel 2021, il bilancio ne prevedeva 29,800, con un aumento del 5%. Nel piano finanziario effettivo della TARI 2022, oggi finalmente partorito, l’incasso sale a 31,386, tre milioni di euro e 10,6% in più. E non perché il servizio sia più apprezzato. Viene pagato dagli utenti che smaltiscono rifiuti domestici per il 61%, e dalle imprese che smaltiscono i propri per il restante 39%, anche se Lista per Ravenna si batte da sempre perché la percentuale sia del 50% per entrambe le categorie. Ma con le bollette delle famiglie e delle imprese si paga di tutto, non solo il servizio ricevuto: anche l’IVA (cioè una tassa sulla tassa), costi non lievi di bollettazione e riscossione, le bollette insolute (cioè, anche quelle di chi non le paga), gli sconti che saranno riconosciuti non sappiamo a chi sui rifiuti domestici e non domestici. Per tutte le ragioni di cui sopra, diverse delle quali non hanno niente a che fare coi rifiuti che ciascun contribuente produce, e per altre ragioni, Lista per Ravenna voterà ovviamente contro.
- La seconda richiesta, “consentire il pagamento in un’unica soluzione con scadenza 31 dicembre 2022”, è stata accolta.
- La terza richiesta era di reintrodurre “opportune riduzioni alle attività comprese nelle categorie e sottocategorie tariffarie che abbiano subìto maggiori criticità” per la pandemia. Lo si è fatto nel 2021 per 3,375 milioni, a carico dei bilanci dello Stato e del Comune, metà circa ciascuno. Cosa si voglia fare nel 2022 non è ancora chiaro. Dal piano finanziario della TARI 2022, sappiamo che nei 31,386 milioni caricati sugli utenti figurano esattamente, senza alcuna spiegazione, una “Stima scontistica domestico” per 555.237 euro e una “Stima scontistica non domestico” per 190.558: sconti che vengono scaricati sulle nostre bollette, come già detto. Noi chiedevamo che anche quest’anno fossero a carico della fiscalità generale, dello Stato e del Comune.
- Una petizione delle Pro-loco e del Comitato cittadino dei Lidi nord, firmata dai cittadini di Porto Corsini, Marina Romea e Casal Borsetti, sostenuta dall’opposizione, chiedeva tra l’altro, a causa della lunga chiusura di via Baiona per lavori di consolidamento di due ponti, che ha ostacolato o impedito i collegamenti con la città, “la sospensione, per l’anno 2022, del pagamento della TARI per i commercianti delle tre località”. La deliberazione sulla TARI in discussione stabilisce “l’esenzione dal pagamento della tassa rifiuti TARI e del canone di occupazione del suolo pubblico e di esposizione pubblicitaria, sia temporaneo che permanente, per l’intero anno 2022, con riferimento ai tributi dovuti dagli esercizi commerciali, artigianali, turistici e ricettivi posti in località Porto Corsini, non aventi carattere stagionale”. I 22.000 euro scontati sono però a carico del bilancio comunale, non gravando, giustamente, sulle bollette di chi paga la TARI. Ma non si capisce perché sia stata lasciata fuori almeno Marina Romea, che, essendo tutt’una con Porto Corsini, ha subìto, dalla chiusura di via Baiona per oltre sei mesi non estivi, i suoi stessi disagi.