Condividendo questo assunto, riporto di seguito quanto è stato segnalato a Lista per Ravenna da un ravennate dipendente locale dello Stato: “Ribadisco per iscritto la problematica nella quale noi dipendenti statali, che abbiamo optato per il tampone rapido, siamo occorsi. Oggi 12 ottobre, quindi tre giorni prima della obbligatorietà, ho provato a contattare la farmacia più vicina per prenotare il tampone, ma mi è stato risposto che la data più vicina libera sarebbe stata il primo dicembre e che provassi a contattare altra farmacia. Così ho fatto, e in breve ho potuto accertarmi che non solo le prenotazioni per i prossimi 45 giorni sono già esaurite, ma che alcune farmacie suggeriscono date e orari che nulla hanno a che vedere con le mie necessità. Si pensi solo ai turnisti mattino, pomeriggio, sera e notte, i quali hanno addirittura bisogno di scegliere un determinato orario tampone per coprire eventuali giorni festivi anche consecutivi e che invece si sentono rispondere di passare fra 50 giorni, ma che ci sarebbe un posto libero causa disdetta ad una certa ora di una certa data inservibili allo scopo. Non so se questa situazione sia circoscritta solo alla nostra città. Ma credo che poche persone non vaccinate riescano venerdì 15 a recarsi sul posto di lavoro munite del cosiddetto green pass limitato a 48 ore di validità”.
Il problema, come detto sopra, investe non solo i singoli lavoratori impediti a fare il tampone secondo le scadenze temporali dovute, ma l’organizzazione stessa del lavoro nelle aziende e nelle amministrazioni, che potrebbero non riuscire a coprire le proprie esigenze tramite i soli vaccinati, con ricadute negative, nel caso delle amministrazioni pubbliche, sull’intera cittadinanza a cui i loro servizi sono rivolti.
Chiedo perciò al sindaco, in quanto investito di responsabilità nel campo della sanità locale, come si intende operare, da parte delle istituzioni pubbliche, per affrontare e risolvere questo problema, partendo dall’interloquire col sistema delle farmacie pubbliche e private, cominciando da quelle dipendenti dal Comune di Ravenna stesso, circa la loro disponibilità a fronteggiarlo col massimo delle possibilità; ma anche rapportandosi col Governo nazionale circa la necessità di provvedimenti urgenti migliorativi delle disposizioni finora impartite, rivelatesi inadeguate in sede applicativa.