Il generale Cadorna non avrebbe potuto festeggiare la disfatta di Caporetto meglio di quanto i vertici politici della Regione e del Comune di Ravenna non abbiano magnificato venerdì scorso, in una spettacolare conferenza stampa, la gara per l’approfondimento dei fondali del porto-canale. Avrebbero se mai dovuto chiedere scusa.
Questo bando esce infatti 13 anni dopo gli ultimi precedenti scavi, che portarono i fondali a -11,5 metri, e 12 dopo che il Piano Regolatore Portuale 2007 ne aveva dettato i presupposti. Ma il suo obiettivo, finalmente ragionevole, di portare l’ asta del canale a -12,5 sarà raggiunto tra altri dieci anni. Se tutto va bene, e sarà un miracolo.
Nel frattempo, la scelta delirante dell’ ex Progettone di portare i fondali a -14,5 metri, appesantita dalla malagestione e affossata da procedimenti giudiziari in serie, tuttora minacciosi, hanno insabbiato il porto nelle sue secche. Per ordine della Capitaneria, oggi vi si entra con un pescaggio massimo di 9,45 metri. In fondo al tunnel si vede dunque solo una fiammella, non più che trepidante.
Se i potenti gerarchi del PD si fossero limitati, pudicamente, ad apprezzare il lavoro tecnico compiuto dall’ Autorità Portuale per ridimensionare e far ripartire il Progettone, sarebbero stati credibili. Ma il comizio che hanno somministrato alla città in conferenza stampa impone di smascherarne le due principali vanaglorie.
L’ ILLUSIONE DEL GRANDE PORTO
Il presidente della Regione ha comiziato da candidato alla rielezione, trascurando che si parlava del porto di Ravenna. Ma è stato il sindaco a vaneggiare che “non sarà solo il porto della regione Emilia-Romagna, ma avrà un ruolo importante nella portualità italiana, punto di riferimento dei container”. Peccato che non sia mai stato neppure il porto della Regione, che ha sempre preferito lo sbocco marittimo sul Tirreno. Appena due anni fa, Bonaccini si è speso a firmare in prima persona un accordo con la Regione Liguria per potenziare i collegamenti ferroviari e stradali tra Parma/Piacenza e il porto di La Spezia.
De Pascale ha invero invocato “un cambio di passo da parte di ANAS e delle Ferrovie” anche per il porto di Ravenna. Se non fosse che, quanto a collegamenti decenti col resto d’ Italia, siamo tuttora a zero, condannati a restarci anche dopo che è stato adottato (7 luglio 2019) il nuovo piano regionale dei trasporti 2025. Qualcuno dovrebbe però dire al primo cittadino di Ravenna che il nostro porto non può, per propria struttura genetica, diventare mai un porto hub dei container, che significa poterli smistare dalle grandi navi “madre” a quelle medio-piccole “feeder”, tipo Pireo (Grecia) e Gioia Tauro (Tirreno). Lo sa bene la SAPIR, che ha dato in gestione l’ attuale suo “vecchio” terminal container ad una società che ha tutti gli interessi e il core business sul Tirreno. Non è un caso che funzioni a metà delle sue potenzialità. E neppure che nel 2018 abbia movimentato la miseria di 180 mila unità di container, in linea con un andazzo ultradecennale lontano dall’ obiettivo, vincolante da allora, di 300 mila.
NUOVO TERMINAL CONTAINER DELITTUOSO
Di qui, il seguente clamoroso ritorno sul luogo del delitto: “il chilometro di banchina in Largo Trattaroli servirà per il nuovo terminal container da 500 mila teu”. Intanto, non c’entra niente con la gara d’appalto (si spera) decennale, oltre la quale Governo, Regione, Comune, Autorità portuale, ecc. potrebbero (si spera) non essere nelle stesse mani. Un terminal verrà di conseguenza, com’ è logico quando si fa una banchina. Ma che sia un terminal container è talmente illogico da far temere una nuova esplosiva deriva. Basti citare Giordano Angelini, presidente SAPIR, ex sindaco: “faremo un nuovo terminal container se il porto sarà approfondito a -14,5 metri” (24 aprile 2011). Oppure si porteranno i container a Largo Trattaroli con l’ elicottero.
Mentre si agita traballante in aria il secondo volo del presidente della Regione e del sindaco di Ravenna verso le rispettive poltrone, questa è non un’ ipotesi da scartare. Mettere le ali agli asini gli è stato sempre facile. Gli è già riuscito, in conferenza stampa, di librare sulle nuvole due nuove piscine e tre nuove caserme della polizia municipale. Come faranno a farci volteggiare stormi di container dovranno però spiegarcelo in consiglio comunale, dove qualcuno non ha le anelle al naso.