“In questa prima metà di febbraio, entro cui i contribuenti ravennati devono pagare al Comune la tassa rifiuti del 2022, centinaia di concittadini, non capendo perché le loro bollette TARI abbiano subìto incrementi all’apparenza ingiustificati, anche di centinaia di euro, sono costretti a fare lunghe file davanti al n. 7 di via Marcantonio Colonna, in apparenza un’abitazione a due piani sopraelevati, nell’attesa di entrarvi per chiedere spiegazioni e giustizia ad un ufficio del Comune.
Al riguardo, è necessario un breve inquadramento della questione. La TARI è un’entrata che, insieme a tutte le altre entrate e a tutte le spese, è di competenza del servizio Finanziario del Comune di Ravenna, con sede in Piazza del Popolo. Nondimeno, il Comune tiene in piedi una minuscola società chiamata Ravenna Entrate, solamente addetta, in sostanza, alla riscossione delle tasse, delle multe e delle rette o mense scolastiche. Di fatto una costola del servizio Finanziario, coordinata da un dirigente e da un quadro direttivo del Comune, con sede però in via Magazzini Anteriori n. 3. Dal 2022, il Comune ha tuttavia affidato la sola gestione e riscossione della TARI alla società privata Municipia, confinandola in un proprio locale situato appunto in via Colonna. Municipia vi impiega cinque suoi dipendenti a tempo pieno, salvo uno per 10 giorni al mese obbligatori, dei quali tre agli sportelli. Il Comune paga a cottimo, riconoscendo a Municipia il 2,09% degli incassi, fino ad un massimo di 505 mila euro l’anno più IVA (che il Comune non pagherebbe gestendo in proprio il servizio), salvo incrementi da trattare con accordo separato. Il compito di coordinare e verificare l’esecuzione delle attività è stato affidato dal Comune al dirigente del proprio servizio Finanziario e al proprio coordinatore di Ravenna Entrate.
Da questo assetto a dir poco contorto si arriva dunque al n.7 di via Marcantonio Colonna. Delle bollette e del regolamento comunale della TARI dovremo riparlare. Ora c’è però da chiedersi perché il Comune abbia sbattuto lì un proprio servizio di tale portata, isolato da tutto e fuori del contesto in cui dovrebbe essere strettamente inserito. L’effetto più stravolgente è che, in questo periodo, ai contribuenti in fila su strada, al freddo, se non sotto la pioggia, aspettando di raggiungere uno sportello, si aggiungono quelli che, fitti come sardine, occupano in piedi una sala d’aspetto senza ricambio di aria. Ieri, una persona arrivata alle 9.00, che – mancando un distributore che rilasciasse i numeri d’ordine degli arrivi – ha dovuto chiedere chi era l’ultimo per accodarsi, ha conteggiato circa 30 persone in sala d’aspetto e 40 su strada, in gran parte sulla carreggiata. Quando è uscita, alle 11.30, ce n’era ancora una cinquantina.
Questa situazione, comunque indegna e indecorosa, rappresenta innanzitutto una mancanza di rispetto del Comune di Ravenna verso chi, assolvendo al proprio dovere di contribuente delle sue casse, si vede doppiamente offeso da bollette della cui entità non riesce a darsi spiegazione e dal trattamento a cui è sottoposto per cercare di porvi soluzione.
Lista per Ravenna contesta da sempre un sistema che organizza i servizi comunali come scatole cinesi, ritenendo, in particolare, che anche questo ramo delle entrate comunali dovrebbe essere interno al Comune, come unità operativa del servizio Finanziario. Lo è stato in passato. Avrebbe minori costi e maggiore efficienza. Ciò non ci esime, per ora, dal chiedere al sindaco come giustifichi il vistoso degrado di cui dà mostra addirittura su strada.”