Lunedì 17 dicembre il Comune di Ravenna firmerà davanti al notaio l’accordo con la Curatela fallimentare della società Med Ingegneria, tramite cui rientrerà in pieno possesso dei terreni che ospita il defunto Centro Ricerche e Servizi Ambientali di Marina di Ravenna (CRSA), vittima di quello che ho definito metaforicamente un omicidio. Per sette ex dipendenti sarà il certificato di morte sul lavoro.
L’OMICIDIO – Colpevole dell’omicidio del Centro, nella mia nota ricostruzione, è l’amministrazione comunale, proprietaria degli oltre cinque ettari di pregiato terreno ambientale su cui per volontà di Raul Gardini sorse l’istituto, concessi quasi gratis fino al 2034 in nome de grande interesse civico di tale nobile iniziativa. I governanti via via in carica sono responsabili di avere assistito al taglio progressivo, almeno dal 2004, della ricerca scientifica e della formazione universitaria, che ridusse l’istituto ad un banale laboratorio di analisi, senza contestare le trasgressioni contrattuali e nemmeno pretendere il ritorno dell’immobile in suo pieno possesso. Il danno della comunità ravennate è stato plurimilionario, ma lunedì il Comune subirà anche la beffa di dover pagare alla Curatela fallimentare 150 mila euro.
I MORTI SUL LAVORO – Alla cessazione delle attività del CRSA Med Ingegneria nel giugno 2015 i dipendenti licenziati sono stati 7, quasi tutti in carica da oltre 20 anni. Hanno espletato le attività fino all’ultimo, in situazioni di massimo disagio e senza percepire alcun stipendio per un anno, con la sola speranza di salvare il posto di lavoro e la ferma convinzione che la realtà nella quale credevano si sarebbe risollevata dallo stato in cui versava. Altri sei dipendenti non hanno potuto attendere tanto, costretti a lasciare prima il loro posto di lavoro. Ad una decina di collaboratori esterni è toccata la stessa sorte. Dei sette morti sul lavoro nessuno parla, tanto meno l’amministrazione comunale in carica. Li porto dunque all’attenzione del sindaco attraverso la loro voce.
“In quel giugno 2015 siamo stati licenziati per cessata attività aziendale, senza lavoro e senza possibilità di recupero delle mensilità non percepite. Ci pare molto increscioso che l’amministrazione comunale si vanti di avere fatto un affare con l’acquisizione del sito al prezzo di 150 mila euro, mentre la Curatela non si è fatta alcun carico di noi e delle nostre famiglie, che rischiano di non ricevere un euro delle oltre 12 mensilità dovute.
Ci restano peraltro parecchi dubbi sul corretto svolgimento della procedura fallimentare. Si era partiti con il concordato preventivo per un’ipotetica vendita del Centro alla società Ambiente SC di Carrara tramite un pacchetto tutto incluso, dipendenti compresi, ad un importo di circa 1.200 euro. Lo si è potuto fare grazie ad verbale di conciliazione tra Med Ingegneria, Ambiente Sc ed ogni singolo dipendente, presentatoci solo la sera prima per visione e fatto firmare con l’acqua alla gola il mattino successivo, di buon ora e in tutta fretta, affermando di dover fare presto per riuscire a presentare in tempo i documenti agli organi competenti. L’operazione era stata avviata con il consenso del Comune e dell’Università, chiamati in causa in virtù delle convenzioni in essere. Ambiente Sc assunse immediatamente tre dei nostri tecnici a Carrara ed ha utilizzato attrezzature del nostro Centro fino a settembre 2015, quando ha rinunciato all’acquisto, non si sa bene per quale motivo, ed è stato dichiarato il fallimento di Med Ingegneria.
La perizia fallimentare assegnò al compendio immobiliare il valore di 451.500 euro. Due tentativi di vendita del ramo d’azienda non sono andati a buon fine. La vendita frazionata dei beni mobili ha dato un incasso di 101 mila euro. L’accordo con il Comune di Ravenna per la parte immobiliare ne vale 150.000, da cui devono essere sottratti 93.000 euro per l’IMU dovuta al Comune e altri per le spese di procedura. Il conto corrente presentava, al 12 luglio 2018, un attivo di 49.414 euro. Alla fine di tutti i conti, in cassa resterà pochissimo, forse nulla, per il riparto dovuto agli ex dipendenti, i cui crediti da lavoro dipendente ammontano a 260 mila euro circa, oltre ai Trattamenti di Fine Rapporto.
Non sappiano se sia ancora possibile intervenire nei confronti della Curatela per adempimenti non corretti, o nei riguardi del Comune per negligenze varie, o comunque in qualsiasi modo che possa produrre un minimo risultato. Percepiamo comunque la mancanza di responsabilità da parte di più attori. Si consideri che, per Med Ingegneria, fallita pochi mesi prima e che, in un certo senso, ha contribuito al destino del Centro, la procedura si è conclusa con tutti i dipendenti e i professionisti incaricati hanno recuperato per intero i loro crediti”.
L’INTERROGAZIONE – Domando dunque al sindaco se intende adoperarsi con la Curatela fallimentare, eventualmente assistito dagli uffici del proprio servizio Legale per gli aspetti giuridici, affinché ai dipendenti licenziati nel 2015 dalla società Med Ingegneria per cessata attività vengano corrisposti i crediti da lavoro cui hanno diritto.