“Il maggiore quotidiano nazionale orientato a sinistra ha scritto ieri che un secondo rigassificatore, rappresentato dalla nave Golar Tundra, di proprietà della Snam, in funzione nel porto di Piombino dall’8 maggio 2023 col divieto di rimanerci oltre tre anni, potrebbe arrivare a Ravenna nel 2026, “in un sostanziale raddoppio” di quello già in costruzione a breve distanza dalla spiaggia di Punta Marina Terme. Il quotidiano stesso riporta tra virgolette la seguente dichiarazione possibilistica del sindaco di Ravenna. Michele de Pascale: “Da parte nostra non ci saranno mai preclusioni a valutare l’ipotesi di ospitare un rigassificatore, o aggiungere la Golar Tundra all’altra nave che già sarà operativa a Ravenna. Io però non penso che su questo tema si stia portando avanti una progettazione seria. Già il governo ha speso 500 milioni di euro per utilizzare impianto e banchina di Piombino per tre anni appena, ora che la protesta è emersa anche in Liguria si torna a parlare di un raddoppio sull’Adriatico. Noi non ci siamo mai voltati indietro, quando c’era da risolvere i problemi del Paese, e non lo faremmo parlando nel merito dei rigassificatori, a cui siamo favorevoli. Però lo faremo in caso di esigenze reali, non per questioni politiche e decisioni poco serie”.
Fu Lista per Ravenna per prima a lanciare l’allarme contro l’intenzione politico-imprenditoriale di prendere due piccioni con una fava, offrendo loro l’ospitale costa ravennate e i retrostanti terreni vergini di Punta Marina, quando pubblicò, tramite la stampa locale, la dichiarazione resa nel luglio 2022 da Stefano Bonaccini, Commissario del Governo per la rigassificazione in Emilia-Romagna: “Se la Toscana non lo vuole lo prendiamo a Ravenna, senza problemi, assieme all’altro”. Non è stato rapidamente, né senza resistenze, che, a forza di battere il chiodo energicamente, il sottoscritto riuscì, il 27 giugno scorso, a far approvare dal Consiglio comunale all’unanimità l’ordine del giorno, depositato già il 28 marzo, avente come oggetto: “Contrarietà all’installazione di un secondo rigassificatore a Ravenna”. Leggermente modificato in corso di seduta, vi si leggono le seguenti puntualizzazioni:
“Sul sito internet della SNAM è stato scritto che il terminale della Golar Tundra “sarà posizionato nel centro-nord Italia, in prossimità dei punti di maggiore consumo di gas”, dovendovi dunque permanere in attività per 22 anni, dal 2026 al 2048. Il 20 marzo, l’agenzia della Regione Toscana ha riportato l’affermazione di Elio Ruggeri, amministratore di Snam per la rigassificazione galleggiante, secondo cui, riguardo al trasferimento della Golar Tundra in altra postazione marittima, che sia “nell’alto Tirreno o nell’Alto Adriatico […], stiamo valutando più ipotesi e siti”. Riguardo all’ipotesi “Alto Adriatico”, candidata automatica unica è logicamente la città di Ravenna, avendo essa le infrastrutture idonee già messe in campo per la collocazione ad 8,5 chilometri dal suo litorale, entro l’autunno 2024, dell’altro nuovo rigassificatore previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il settore energetico, connesso alla nave BW Singapore, essa pure di proprietà della SNAM”.
Riguardo quindi all’ipotesi “Alto Adriatico” la determinazione del Consiglio comunale di Ravenna è stata di esprimere “la contrarietà della città di Ravenna ad ospitare eventualmente e per qualsiasi sopraggiunta ragione la nave rigassificatrice Golar Tundra in aggiunta alla BW Singapore”.
Non ci sono se o ma che tengano. Quando una città, rappresentata elettivamente al massimo grado dal Consiglio comunale, pronuncia la propria volontà all’unanimità, perciò a nome dell’intera comunità, non c’è, in un regime democratico, alcun altro organo o potere politico che possa violentarla. Tutti se ne facciano una ragione. La Golar Tundra resti dov’è, oppure trasmigri altrove, ma non a Ravenna, che alla causa nazionale dell’energia fossile ha già dato e sta dando tantissimo, più di ogni altra città.”