“Finalmente, martedì scorso, la conferenza dei capigruppo ha deciso, all’unanimità, superando violenti contrasti tra maggioranza ed opposizione, che il prossimo Consiglio comunale discuterà e voterà il mio ordine del giorno, presentato il 21 marzo, che esprime “Contrarietà all’installazione di un secondo rigassificatore a Ravenna”. Lo stesso avverrà per l’altro mio ordine del giorno, firmato da tutti i sei gruppi di opposizione, che chiede di “rivedere gli errori di progetto” riscontrati dall’ing. Riccardo Merendi sul rigassificatore già assegnato a Ravenna. La deliberazione, approvata all’unanimità, con la sola mia astensione, dal Consiglio, riguardava esclusivamente le scelte compiute dalla Giunta de Pascale sul suo posizionamento a terra in deroga alle norme urbanistiche.
Draghi, Giani e Bonaccini
Per fronteggiare con urgenza, in parte, l’emergenza energetica in atto dal 2022, importando gas naturale liquefatto, il governo Draghi puntò su rigassificatori già pronti offerti da navi già attrezzate, dando mandato alla società Snam di acquistarne due, ciascuna con capacità di 5 miliardi di metri cubi: la Golar Tundra, nel porto di Piombino, dove è arrivata il 4 maggio, e la Bw Singapore, al largo di Ravenna, dove arriverà non prima dell’autunno 2024. Per velocizzare i tempi, Draghi aveva nominato come “Commissari straordinari di Governo” per i rigassificatori il presidente Giani per la Toscana e Bonaccini per l’Emilia-Romagna, entrambi del PD, che il governo Meloni ha poi confermato. Tutto sarebbe potuto finire così, se, rispetto ai 25 anni di esercizio dei due impianti concessi alla Snam, Giani non le avesse consentito di lasciare la Golar Tundra a Piombino solo per tre anni. Scade lunedì prossimo, 26 giugno, il termine ultimo entro cui, secondo la più recente ordinanza di Giani, la Snam dovrà presentare non solo la scelta del luogo alternativo, ma addirittura il progetto di ricollocazione dell’impianto per i restanti 22 anni, sottoposto, secondo la richiesta stessa di Snam, alla necessità di “avviare per le soluzioni le necessarie interlocuzioni con le istituzioni locali e regionali”. Essendo stati ipotizzati da subito come candidate Ravenna e Livorno, dove Snam ha già un rigassificatore attivo dal 2013, il sindaco della città toscana pronunciò immediatamente la sua contrarietà, fatta propria da Giani, mentre Bonaccini si affrettò a dichiarare pubblicamente, senza consultarsi con nessuno, che “se la Toscana non lo vuole lo prendiamo a Ravenna, senza problemi, assieme all’altro”. Logico che il mio ordine del giorno, chiamando il Consiglio comunale di Ravenna a discuterne, non dovesse aspettare che la decisione diventasse definitiva il 26 giugno, trattandosi di impianti comunque classificati “a Rischio di Incidente Rilevante”, con forte impatto negativo sull’ambiente e sull’economia produttiva del luogo d’insediamento, marittimo e terrestre.
Silenzioso colpo di scena
Finora è stato però taciuto che nel decreto-legge del Governo n. 57 del 29 maggio 2022 sull’attuazione del PNRR, l’art. n. 3 sulla rigassificazione, intendendo regolare la “ricollocazione” degli impianti già identificati (dunque, solo quello di Piombino), ne assegna totalmente l’approvazione del nuovo progetto d’insediamento ad un “Commissario di Governo competente”, qualifica che però hanno solo Giani per la Toscana e Bonaccini per l’Emilia-Romagna. Ciò esclude l’ipotesi, “rivelata” nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa, che sia ancora in gioco, oltre a Ravenna, anche un sito della Liguria, dove peraltro non esiste neanche un posto attrezzato. Tutto lascerebbe dunque dedurre, in automatico, che la Golar Tundra sia in viaggio metaforico verso Ravenna a luci totalmente spente, come nelle più ferree autocrazie.
È certo, in proposito, che al Governo interessa, per gli interessi nazionali, il copione che vuole attivi in Italia i due rigassificatori già comprati, lasciando a Snam, Giani e Bonaccini, i tre soli attori in campo, di vedersela tra loro, giacché, simbolicamente, cane non mangia cane. Giani ha ordinato che il 26 giugno, non più oltre, dopo diverse proroghe, Snam consegni addirittura il progetto della nuova collocazione della Golar Tundra, che, stando così le cose, sarà inevitabilmente a Ravenna. In Emilia-Romagna dicono che non ne sanno niente, pretendendo di essere creduti. Ma il decreto governativo di fine maggio dice anche che il “Commissario straordinario competente di governo”, alias Bonaccini salvo ulteriori colpi di scena, ha tempo “duecento giorni” dalla data di ricezione dell’istanza, che tuttavia, secondo l’ordinanza Giani (se non si mangia la parola), dovrebbe essere (o essere stata) presentata, insieme col progetto completo, entro il 26 giugno.
Bonaccini sula via di Damasco?
La discussione del prossimo 27 giugno, imposta strenuamente dall’opposizione, potrebbe così dare alle forze politiche che rappresentano la cittadinanza nel Consiglio comunale di Ravenna la possibilità di far sapere al Commissario Bonaccini, prima che il misfatto sia compiuto, se è d’accordo o no sul ruolo di vittima designata che fin dal luglio 2022 egli ha affibbiato alla nostra città. Potrebbe ancora tornare sui suoi passi. Da credenti fiduciosi, vorremmo incontrarlo sulla via di Damasco. Ci battiamo per questo”.