L’indice della criminalità 2022 tra le 107 province italiane, che il quotidiano Sole 24 Ore ha estratto dalle statistiche ufficiali del Ministero dell’Interno, mette a nudo lo stato drammatico di insicurezza in cui versa il territorio ravennate. Lo testimonia innanzitutto il 20° posto nella classifica generale, con 14.277 reati denunciati (3.698 ogni 100 mila abitanti). Ma mortificano soprattutto il 1° posto per i furti in abitazione (489 ogni 100 mila abitanti) e per le rapine in banca (una ogni centomila abitanti), e il 4° per gli omicidi dagli incidenti stradali (3,7 ogni centomila abitanti.

Queste classifiche sono particolarmente gravi per il Comune di Ravenna perché, trattandosi di statistiche provinciali, è largamente comprensibile come, anche solo leggendo quotidianamente le cronache giornalistiche, sia il capoluogo, con il porto, con la più alta produzione di reddito, con un richiamo maggiore per la malavita, per il traffico di droga, per l’immigrazione sregolata, ecc, e con la maggiore estensione di strade statali arcaiche e pericolose, ma anche di viabilità ordinaria malandata, ad influire più pesantemente su dati così angosciosi. Né possono valere le attenuanti che incidono soprattutto sulle grandi metropoli, dove il controllo sociale e civico sul territorio è necessariamente più latitante.

Non si accampi, quando si è ai primi posti nazionali, la minore propensione dei cittadini a presentare denunce, tutta da dimostrare, specialmente nei confronti con realtà del centro-nord d’Italia, e non solo, assolutamente analoghe a Ravenna rispetto a senso civico, dimensione e qualità delle forze dell’ordine, micro-criminalità “turistica”, ecc.

La fotografia corrisponde esattamente alla situazione di cui Lista per Ravenna raccoglie giornalmente i fatti dai cittadini che li subiscono e che spesso contribuiscono alle iniziative e alle proposte che rivolgiamo al sindaco, affinché, sia nel capoluogo che nelle frazioni e nei paesi del litorale e delle frazioni, la sicurezza dei cittadini nelle case, nella vita sociale, nei movimenti pubblici, nella circolazione stradale, e più in generale l’ordine civico, non siano in fondo alle attenzioni di quanti governano la nostra città. Si spera che queste graduatorie, anziché umilianti, siano colte come un’ammonizione a cambiar passo, per produrre azioni migliorative e riparatrici.