Nella sua ultima seduta del 13 gennaio, il consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica della Romagna ha preso atto delle dimissioni da vice-presidente di Paolo Prodi, che da tempo lamentava pubblicamente criticità, inadempienze e irregolarità gestionali dell’ente (http://www.labottegadelbarbieri.org/ombre-sul-consorzio-bonifica-romagna-5/).
L’ing. Paolo Prodi, ravennate doc dalla nascita, è una prestigiosa figura di professionista, di tecnico e di imprenditore che onora la nostra città.
Non avendo personalmente titolo, quale consigliere comunale di Ravenna, né (al momento) conoscenza per pronunciarmi con cognizione di causa sui fatti interni del Consorzio stesso, di cui sono un semplice contribuente, rilevo tuttavia che Prodi sarà sostituito da un forlivese.
Si porta così a compimento, nel breve giro di sei mesi, l’emarginazione di Ravenna dall’apparato dirigenziale consortile, composto dal presidente, dai due vice-presidenti e dagli altri tre membri del comitato amministrativo ristretto, nonché dal direttore generale. Era infatti ravennate anche il direttore generale, indotto alle dimissioni dal luglio scorso. Ora tutti i vertici del Consorzio sono dunque espressione del territorio romagnolo esclusa Ravenna, alla quale, pur appartenendole il maggior numero dei cittadini contribuenti/finanziatori del Consorzio, è stata anche sottratta nel 2012 la sede legale dell’ente, trasferita a Cesena.
Il Comune di Ravenna è però rappresentato politicamente, tra i 22 membri del consiglio di amministrazione, dall’assessore alle attività produttive, delegato del sindaco. Di lui si deplorano le ripetute assenze, comprese le ultime sedute, causa del disinteresse a sostenere, non già solo le ragioni di una migliore funzionalità, efficienza, correttezza, ecc. del Consorzio, che è pur sempre un ente di diritto pubblico regolato e vigilato dalla Regione Emilia-Romagna, bensì anche il buon diritto dei contribuenti ravennati a non essere trattati di seconda serie anche nella difesa e gestione idraulica del proprio territorio, il più tormentato dalla subsidenza e dagli allagamenti.
Interrogo dunque il sindaco su come giudica quanto sopra, in relazione all’operato o non operato del suo assessore delegato. Chiedo con l’occasione l’elenco delle sedute del consiglio di amministrazione a cui ha partecipato da quando è stato nominato. Ma anche quali sono le ragioni politiche, evidentemente in capo a chi governa da sempre la nostra città, grazie a cui Ravenna è l’ultima ruota del carro in Regione, ma anche nella Romagna stessa, per le più importanti opere e attività pubbliche di area vasta, quali le strade di collegamento, le ferrovie, i trasporti su gomma, la sanità, il turismo, ecc.