ROTTURA DI TUBO IN VIA ZANZANIGOLA – In via Zanzanigola, in pieno centro storico, si è avuta la rottura di un tratto pubblico della condotta idrica, che ha provocato, da sabato 23 luglio, una perdita di acqua sulla strada, di fronte all’abitazione della famiglia Amici, ivi domiciliata storicamente. Enrico Amici, accortosi del fatto, lo ha segnalato ad Hera alle 18 del giorno stesso. Intervenuto tempestivamente sul posto, un tecnico di questa società ha scritto sulla strada “Hera” (vedi foto), riconoscendone dunque la competenza pubblica. La riparazione è però avvenuta martedì 26 luglio alle ore 9.00. Calcolato in 2 litri al minuto il minimo della fuoruscita di acqua (rispetto ad un massimo di 4), la perdita è stata almeno di 7.500 litri.
RISPOSTA DI HERA – A seguito della pubblicazione della notizia sulla stampa locale, Hera ha precisato che una “gestione efficiente e responsabile dell’infrastruttura si deve tradurre, sul piano operativo, in una definizione delle priorità degli interventi basata sulla rilevanza del lavoro in relazione alle altre situazioni in corso”, per cui “la riparazione del guasto segnalato è stata presa in carico e regolarmente calendarizzata […]. “La sua risoluzione, tuttavia, è stata procrastinata per consentire alle squadre operative di intervenire in situazioni più urgenti ed impattanti in termini di dispersione idrica, che nel caso in questione risultava alquanto modesta”. Hera ha anche affermato, il 27 luglio, di essere costantemente impegnata “nelle operazioni di manutenzione, potenziamento e rinnovo delle reti idriche, che nella sola provincia di Ravenna si estendono per 4.000 km di reti acquedottistiche”.
ORDINANZA DEL SINDACO – Si può riconoscere, pur in mancanza di dati, che questo periodo sia particolarmente critico per le fughe di acqua, a causa della siccità del terreno e delle condizioni termiche, che sottopongono le tubazioni a maggiori sollecitazioni, e quindi a possibili rotture. Da un tubo “grandino” può fuoruscire – abbiamo appreso – da 50 a 150 litri il secondo. Non abbiamo dunque elementi per disconoscere che ci siano state situazioni più urgenti da risolvere rispetto a quella di via Zanzanigola. Ma in questo stesso periodo il sindaco di Ravenna ha emesso un’ordinanza che ha imposto, dal 28 giugno al 21 settembre, divieti rigorosi sull’uso dell’acqua potabile proveniente da pubblico acquedotto, evitandone “ogni spreco ed abuso in genere” (https://www.comune.ra.it/stampa-e-comunicazione/comunicati/comunicati-dellufficio-stampa/in-vigore-da-oggi-unordinanza-per-limitare-i-consumi-di-acqua/). Questa ordinanza dovrebbe però valere anche per i servizi del Comune, compresa la gestione della propria rete idrica, affidata ad HERA e da questa appaltato a ditta privata col criterio del massimo ribasso, sulla cui efficienza peraltro si potrebbe discutere.
RINFORZARE IL SERVIZIO – Che la perdita di acqua in via Zanzanigola sia stata “alquanto modesta” si può dunque accreditare, per le ragioni di cui sopra, ad Hera, ma non al Comune di Ravenna, giacché si tratta della sua rete idrica. Questa non va peraltro confusa con le reti idriche degli altri 17 Comuni della Provincia, gestite ugualmente da Hera, ma non indistintamente, perché in capo ai rispettivi sindaci. Sorvolando sul fatto che le maggiori urgenze siano state tutte riferite al solo territorio del Comune di Ravenna, incombe dunque sul Comune di Ravenna stesso una verifica sull’adeguatezza della gestione della propria rete idrica rispetto al periodo di estrema siccità in corso. Di evitare gli sprechi e le dispersioni dell’acqua potabile non tocca solamente alla cittadinanza, che non deve essere oltretutto scoraggiata dai comportamenti della pubblica amministrazione. Indubbiamente, il Comune deve rafforzare questo servizio, in modo da rispondere tempestivamente alle rotture delle tubazioni, anche se “alquanto modeste” rispetto ai tempi normali, ormai forse passati. Tocca al Comune di Ravenna verificare che esso, anche riguardo al subappalto a terzi da parte di Hera, funzioni con la massima efficienza, in termini di organizzazione del lavoro e della consistenza del personale addetto al proprio specifico territorio, e provvedere poi alle necessarie implementazioni, assumendosene i maggiori costi che ne derivassero. In tal senso interrogo la disponibilità del sindaco.