L’INCHIESTA – La maxi inchiesta “Strade al veleno”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Venezia ed esplosa la settimana scorsa, sulla presenza di sostanze tossiche nel bitume utilizzato per aggiustare strade e piazze, coinvolge direttamente, su fatti avvenuti dal 2014 al 2016, un centinaio di Comuni del nord-est. Di questi, 21 sono dell’area bolognese, compresi quelli confinanti con la provincia di Ravenna. Anche a loro, come parte offesa, i carabinieri forestali di Rovigo hanno recapitato l’avviso di fissazione, in data 21 marzo, dell’udienza preliminare a carico di tre imprenditori veronesi accusati di traffico e gestione illecita di rifiuti. Per gli investigatori, nichel, cromo, cloruro e piombo sarebbero stati riscontrati in quantità superiore alla norma nel conglomerato ecologico chiamato Concrete Green, utilizzato nei lavori stradali.
I COMUNI – In particolare, alcune ditte private che lavoravano per conto di Hera nella sistemazione delle condutture di gas e fognature, avrebbero utilizzato questo materiale in due casi nel territorio di San Lazzaro e in un caso sul territorio di Ozzano, sempre nel bolognese. I sindaci dei due Comuni hanno dichiarato al riguardo che “si costituiranno parte civile nel procedimento in corso, intimando ad Hera di provvedere alla bonifica certificata dagli enti preposti dei siti coinvolti qualora dovesse essere effettivamente accertata la presenza di sostanze inquinanti in quantità superiori ai limiti di legge”. Così pure i sindaci di Zola Predosa e Calderara.
HERA – Hera, da parte sua, ha precisato di essere “parte lesa nella vicenda”, che “da tempo sta collaborando con l’autorità giudiziaria”, che “i controlli sui fornitori sono rigorosi, il bitume utilizzato dalle ditte incaricate possedeva tutte le certificazioni di qualità previste dalla normativa vigente” (che dunque sarebbero state rilasciate ad Hera da un’azienda sotto inchiesta, sua fornitrice) e che “valuterà tutte le azioni più opportune da intraprendere, anche nei confronti del fornitore”.
INTERROGATIVI – Tali notizie, circolate sul web, hanno sollevato allarmi e anche interrogativi sull’eventualità che altri Comuni della nostra regione possano avere subìto altrettante condotte nocive per la salute del proprio suolo. Pare dunque opportuno chiedere al sindaco di Ravenna, confidando che sia rassicurante, ai seguenti interrogativi:
- se sia stato utilizzato bitume “concrete green” nella viabilità pubblica del territorio comunale;
- quanto sopra anche se gli interventi siano stati effettuati a carico di soggetti privati, in particolare da Hera, società attiva nel campo delle reti sia fognarie che del gas, di conseguenza operante anche sui rifacimenti stradali.