“Sono rimasto l’unico consigliere comunale, su 32 più il sindaco, a votare contro, non al progetto (inesistente benché già precantierato) per costruire sulla spiaggia di Porto Corsini, quasi fosse Miami Beach, un’enorme stazione crocieristica d’imbarco e sbarco, bensì alla variante della disciplina urbanistica vigente a Ravenna, mancando la quale lì non si potrebbe cementificare neanche un metro quadro. Con la variante, il Comune ha anche dato carta bianca all’Autorità Portuale per l’approvazione e la realizzazione del progetto, tagliando fuori democraticamente, col Consiglio comunale, ogni possibilità di intervento dell’opposizione. Ma la speranza irriducibile che almeno non se ne soffochi la voce mi induce a smentire l’entusiastica illustrazione mediatica del misfatto effettuata – prima, durante e dopo il voto – dalla maggioranza consiliare, compresi ambientalisti coraggiosi e pentastellati rimorchiati. Per ora ne contesto i tre capisaldi.
“Si aprono importanti prospettive per il sviluppo del territorio di Porto Corsini”. Unico territorio libero di Porto Corsini, per il resto stretta in un abbraccio insolubile tra via Baiona, canale Candiano e Pineta Staggioni, sono da quasi tre secoli i suoi 18,2 ettari di spiaggia e di dune. Saranno totalmente cementificati i 6,2 ettari e mezzo dell’avamporto, di cui l’edificio della Stazione marittima occuperà “appena” un mezzo ettaro, perché circa 300 parcheggi (per 34 pullman, 28 taxi, 14 Noleggi con Conducente, 115 posti auto, 54 stalli per biciclette, ecc.) cementificheranno invece gli altri 12 ettari del retrostante ex Parco delle Dune (ridotto a squallore di erbacce e verde selvaggio), dove, tolti anche i circuiti stradali interni, il verde residuo servirà da cornice al massiccio traffico motorizzato e ai suoi parcheggi. Tra questi e via Baiona si frappone il piccolo paese, traversabile solo, nei due sensi, sulla via Molo San Filippo, stretta e priva anche di una pista ciclopedonale. Da lì dovranno passare, tra entrate ed uscite, automezzi di ogni specie per circa 600 mila volte l’anno, a servizio di oltre 300 mila crocieristi e degli approvvigionamenti navali, nonché della grande area camper di Porto Corsini e del traghetto sul Candiano. Quale sviluppo possa avere Porto Corsini, se non di focolai nei polmoni della sua gente e dei turisti superstiti, è fantasia o raggiro. Lo sono anche le assicurazioni di chi pontifica, conoscendone l’impossibilità materiale, salvo elicotteri, che “la realizzazione di percorsi alternativi potrà alleggerire il traffico nell’area crocieristica”.
“Il progetto pone attenzione ai temi della sostenibilità ambientale e al contesto territoriale locale nel quale dovrà essere inserito”. Nell’area ex spiaggia verrà innalzato il grado di rumorosità consentita a 60 decibel di giorno e a 50 di notte. Il “Piano stralcio per il rischio idrogeologico” della Regione Emilia-Romagna classifica parte della costa come “area potenzialmente interessata da alluvioni rare” per la furia del mare e la zona nord come “area di potenziale allagamento” per le piene dei fiumi e dei canali. L’area di progetto dista 200 metri dai siti della Rete Natura 2000 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto”, altamente protetti dalla legge, e 150 metri dal Parco del Delta del Po, con la stazione San Vitale e Pialasse di Ravenna e relativi vincoli. Essa ricade urbanisticamente, non perché siano cementificate, anche nell’“Unità di Paesaggio della Costa Nord”, nelle“Zone di riqualificazione della Costa e dell’Arenile” e nelle “Zone di Protezione delle Acque sotterranee costiere”, con le quali ultime peraltro interferisce.”
“L’indotto turistico ed economico ricadrà sull’intera città e farà compiere un salto di qualità al nostro turismo”. Il porto crociere, in atto dal 2011 e in forte espansione negli ultimi anni, non incide sostanzialmente, con viaggiatori che al massimo dedicano poche ore a visitare la città, come valore aggiunto di reddito per l’economia turistica ravennate. Ne è prova la graduatoria delle città italiane, composta, coi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, sulla base della “ricchezza” prodotta dalle rispettive economie turistiche nel 2022, anno in cui la Royal Carebbean, gestore del Terminal crociere di Porto Corsini, aveva previsto 130/140 mila ospiti solamente per se stessa. Ravenna non figura tra le prime 20, dove pure, per l’Emilia-Romagna, sono comprese Rimini, Bologna, Riccione, Cervia e Cesenatico. Ravenna è fissa da anni ed anni su queste posizioni, nonostante l’eccezionale patrimonio monumentale, storico, culturale e ambientale di cui è depositaria da secoli e secoli.
Ripeto, comunque, che non ho votato contro la stazione marittima, avendo invece presentato un ordine del giorno, che, raccomandandone dimensioni strettamente necessarie per le operazioni di imbarco e sbarco dei crocieristi, avanzava otto proposte migliorative (in allegato) aperte alla discussione, rivolte a rendere il progetto meno invasivo e impattante. La maggioranza ha votato contro tutte in blocco, senza mostrare di averle neppure lette. Mi fermo qui perché, avendo tutta l’opposizione sottoscritto e approvato l’ordine del giorno, le riporterò in Consiglio comunale una per una, con altrettante mozioni, obbligando almeno la maggioranza a togliersi la maschera. La prima è questa: “Sulle decisioni, gli interventi e i provvedimenti da assumere, coinvolgere, con un dibattito pubblico, la cittadinanza di Porto Corsini”, non solo Tizio e Sempronio a scelta”.