IL VIRUS DELLE LISTE DI ATTESA
Il 10 giugno scorso, si è aperto il cuore ad una moltitudine di assistiti dalla sanità pubblica romagnola nel leggere su tutti i giornali di un “piano operativo per il recupero delle liste di attesa”, predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, “che prevede un primo, importante traguardo intermedio: entro la fine del 2022, i tempi previsti dovranno essere rispettati almeno nel 90% dei casi, […] e quindi dovrà essere garantita la prima visita specialistica entro 30 giorni e un accertamento diagnostico entro 60”. Fiducioso che il nuovo corso avesse già dato qualche frutto, un concittadino sessantenne, munito della prescrizione di una “visita oculistica di controllo” rilasciatagli dal proprio medico di base, si è affrettato a chiedere all’AUSL Romagna di fissargli un appuntamento presso un ambulatorio del comprensorio di Ravenna dal giorno stesso a tutto il 2023, senza però che ci fosse un posto a disposizione.
Il fenomeno, anche se non così eclatante, è stato spesso contestato da Lista per Ravenna. Ma pare che si sia diffuso come un virus ad un altro servizio pubblico della nostra città.
CONTAGIATA LA RACCOLTA RIFIUTI INGOMBRANTI
Si tratta della raccolta a domicilio dei rifiuti ingombranti. Fortemente raccomandata per evitarne abbandoni indecorosi su strada un po’ dovunque, specie di notte, è così illustrato: “Se il materiale non è riutilizzabile e non si riesce a portarlo alla Stazione Ecologica, il Gruppo Hera – si legge sul sito internet aziendale – offre il servizio gratuito di raccolta a domicilio, fino a cinque pezzi, dei seguenti rifiuti: ingombranti domestici generici (mobilio, materassi, poltrone, mensole, ecc…) e ingombranti derivati da apparecchiature elettriche ed elettroniche (grandi RAEE, frigoriferi, lavatrici, stufe, ecc…). […].Per prenotazioni chiamare il Servizio Clienti 800 999 500”. L’indispensabile tempestività del servizio risulta però essere precipitata nelle suddette “lunghe liste di attesa”.
- Il primo caso ci è stato segnalato dal Villaggio ANIC alcune settimane fa. Un residente, dovendo disfarsi di un po’ di mobilio, telefona al numero verde di Hera che fissa però in oltre un mese dopo il giorno in cui il materiale avrebbe dovuto essere posto all’aperto nel punto concordato. Così è stato fatto. Ma quel giorno Hera non è passata, e così per alcune settimane, nonostante ripetuti solleciti telefonici ed assicurazioni di pronto intervento rilasciate da un responsabile locale di Hera. Fino a che, essendosi aggiunti sul posto ulteriori rifiuti ingombranti, non raccolti da Hera nel giorno concordato, formando così un ingombro vistoso e indecoroso, qualcuno del Villaggio ha provveduto al bisogno con un automezzo privato a pagamento, affinché tutto fosse trasportato alla Stazione Ecologica.
- Il secondo caso risale al 16 giugno scorso, quando la data per l’esposizione e la raccolta dei rifiuti ingombranti è stata fissata per il 29 luglio, 43 giorni dopo. A conoscenza “partecipata” del primo caso, l’interessato si limita a chiedersi preoccupato: “Come andrà a finire?”.
- Il terzo caso, non dissimile, ci è stato esposto in maniera più colorita: “Segnalo che oggi ho chiamato Hera per farmi venire a prendere un rifiuto ingombrante e la prima data disponibile è il 29 luglio. Un mese e mezzo per ritirare a Ravenna (non Roma, Milano) un rifiuto che non so quanti potrebbero tenersi in un monolocale senza garage e balcone”.
RISPONDA IL SINDACO
Secondo Agatha Christie, “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. A ben vedere, gli indizi di cui sopra sono anche più di tre. La prova sarebbe che il servizio della raccolta a domicilio dei rifiuti ingombranti, gratuito per modo di dire, in quanto pagato anch’esso dai contribuenti con la TARI, non funziona più decentemente. Il suo titolare, che è pur sempre il Comune di Ravenna, non alza un dito verso chi glielo gestisce così e non dà nemmeno alcuna delucidazione a chi gli versa la TARI, girata tal quale ad HERA.
Chiedo pertanto al sindaco come giudica questo disservizio e quali iniziative intende assumere per darne spiegazione, ma soprattutto perché sia urgentemente risolto, magari riconoscendo un bonus ai cittadini che la TARI la pagano tutta.