“Il 28 giugno 2022, rispondendo ad un’interrogazione di Lista per Ravenna sulla nuova “Zona a Traffico Limitato del borgo San Biagio” compresa tra le vie Fiume Montone Abbandonato, Maggiore, Landoni, degli Spreti e Moradei, promessa dall’Amministrazione comunale fin dal 2009, l’assessore comunale alle Mobilità, Gianandrea Baroncini, dichiarò che la sua attivazione sarebbe avvenuta entro l’autunno. Ciò non si è ancora verificato, ma sarà la prima ZTL fuori del centro storico di Ravenna.
Il vigente Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) del Comune di Ravenna, approvato dal Consiglio comunale il 7 aprile 2014, contiene, tra le “Linee attuative e le azioni prioritarie” che avrebbero dovuto essere avviate “all’atto della sua approvazione”, la redazione del regolamento per la circolazione e la sosta nelle ZTL del centro abitato di Ravenna. A nove anni di distanza, questa disposizione non è stata ancora rispettata.
Il fatto sarebbe meno grave, se non fosse che dal 13 marzo 2006 le ZTL, che coprono ormai la metà del centro storico, sono disciplinate, abusivamente, non dal regolamento di cui sopra, che è di competenza esclusiva del consiglio comunale, ma dalla determinazione n. E 2/4, disposta (non per sua volontà, ma per disimpegno degli organi istituzionali) da un funzionario del Comune, allora comandante della Polizia municipale. Essa stabilisce, infatti, a quali categorie di utenti concedere il permesso per circolare e sostare con autovettura nelle ZTL, altrimenti vietate a tutti.
Non si tratta, tuttavia, solamente del dovere di procedere nel rispetto della legge, ma anche e soprattutto della necessità di rinnovare norme comunque sorpassate dalla rapida evoluzione dei tempi. Fino ad oggi, i permessi per accedere ad una ZTL, con relativo contrassegno, sono stati in sostanza rilasciati a persone invalide, ai residenti o domiciliati, agli ospiti di strutture ricettive, alle autorimesse per i loro clienti, agli artigiani o medici al lavoro in zona, a chi svolge un servizio pubblico, a chi trasporta merci. Non tengono conto, tra l’altro, dell’intenso sviluppo di nuove e primarie esigenze sociali, particolarmente attuali nella comunità ravennate, dovute alla forte espansione delle famiglie unipersonali (31.614 a Ravenna; 8,5 milioni in Italia), le quali, per età avanzata e/o per particolari patologie o impedimenti, richiedono un sostegno da parte di familiari non più conviventi o di determinate figure assistenziali, dipendenti da servizi pubblici o da cooperative sociali, oppure volontari, quali caregiver (= chi si prende cura di altri), infermieri, assistenti sanitari, operatori socio-sanitari, fisioterapisti, callisti, ecc. Ma non tengono conto neanche del bisogno che le persone sole mantengano relazioni psico-affettive salutari coi nuclei familiari di base, sempre più frazionati in residenze diverse e spesso distanti, in particolare coi parenti in linea retta di primo grado (genitori e figli) ed in linea retta di secondo grado (nonni, genitori e nipoti).
È vero che chiunque può liberamente e senza limiti di tempo circolare e sostare nelle ZTL, pur senza rientrare tra le categorie aventi titolo, acquistando dalla Polizia locale, al costo di 8 euro, un contrassegno tipo P (provvisorio), cosiddetto “giornaliero”, valevole da una mezzanotte all’altra, al limite anche uno al giorno per tutto l’anno. Per chi può permetterselo, non esiste ZTL di cui non possa usufruire a piacimento. Lo può fare con briciole del suo tempo, acquistando il permesso giornaliero da un parcometro. Ma è chiaramente un privilegio di classe, che non può essere discriminante verso chi ha ragioni sacrosante, meritevoli di riconoscimento, per accedere e sostare in una ZTL a particolari condizioni. Chiedo dunque al sindaco, per quanto sopra esposto, se ritiene che una bozza di regolamento della circolazione e della sosta nelle ZTL debba essere sottoposta alla valutazione del Consiglio comunale con estrema urgenza, e comunque prima che sia attivata la nuova ZTL del borgo San Biagio. Inoltre se condivide le ragioni di merito, sopra appena accennate, che impongono una revisione di ampio raggio e con valenza sociale della pur indebita disciplina attuale.