“La presenza dell’infermiere in farmacia è regolamentata dal decreto Salute del 16 dicembre 2010, secondo cui l’infermiere può svolgere, nella farmacia e/o per la farmacia, generalmente a domicilio dei clienti, tutte le prestazioni sanitarie che rientrano nel rispettivo ordinamento professionale “con il coordinamento organizzativo e gestionale del farmacista titolare o direttore”.
La prima attuazione di questo servizio avvenne a Terni, in quattro sulle nove gestite dalle farmacie comunali di questa città (vedi foto). Nei giorni scorsi è stato avviato nella provincia di Venezia, col nome di “Infermiere di quartiere”. Frutto della collaborazione tra un’azienda trevigiana che offre servizi medici in farmacia, Federfarma, il Consorzio Farmacisti Riuniti (CFR) e le farmacie aderenti, tale infermiere di quartiere può eseguire, per i cittadini che si prenotano presso una di queste, medicazioni, terapie infusionali, rimozione dei punti, misurazioni di pressione e saturazione, erogabili sia in sede che a domicilio. Il costo delle prestazioni domiciliari è uguale a quelle ambulatoriali, grazie al contributo solidale delle 13 farmacie aderenti, tutte della provincia di Venezia.
La disponibilità di un infermiere in effetti è richiesta da numerosi cittadini, in particolare dai più fragili, alle farmacie di cui si servono.
Ravenna Farmacie, società pubblica posseduta in massima parte dal Comune di Ravenna tramite Ravenna Holding e per il resto da altri Comuni della provincia, gestisce 18 farmacie pubbliche, 11 delle quali del Comune di Ravenna e 7 di Comuni della provincia. Questa condizione giustifica che il Comune di Ravenna, anche attraverso Ravenna Holding, assuma l’iniziativa di verificare, coinvolgendo Ravenna Farmacie stessa, l’ Associazione sindacale fra proprietari e concessionari di farmacie della nostra provincia aderente a Federfarma e l’Ordine dei Farmacisti della provincia stessa, se la suddetta iniziativa dell’Infermiere di quartiere possa essere sperimentata anche nella nostra provincia, quanto meno nel Comune capoluogo.
In tal senso interrogo la disponibilità del sindaco.”