“Venerdì scorso alle 2:50 ho spedito alla segreteria di Lista per Ravenna in Comune un’interrogazione a risposta urgente, rivolta al sindaco, su “Centinaia di avvisi non recapitati per la TARI 2024, abbandonati nello scantinato di un condominio privato”. Ho esplicitamente indicato il luogo nell’edificio ubicato in via Fiume 6, dove avevo effettuato un sopralluogo. Consapevole che la chiusura degli uffici comunali per i tre giorni festivi successivi avrebbe consentito di protocollare e trasmettere al sindaco il documento solo lunedì 4 novembre, e d’altro canto certo che si trattasse di uno scandalo con effetti giudiziari, alle 2:58 ho trasmesso copia dell’interrogazione, per quanto di competenza ed interesse, al Comando della Polizia Locale, chiedendo da subito “il resoconto di quanto eventualmente verificato e prodotto”.
Avevo in sintesi segnalato che, da circa 10 giorni, in quel palazzo, abitato esclusivamente da famiglie, erano stati abbandonati nello scantinato, posto all’altezza del piano terra, su spazi pavimentali di uso comune, mucchi di scatole, nel numero totale di almeno 13 o 14, densamente riempite da centinaia, forse migliaia, di buste postali contenenti avvisi del Comune di Ravenna indirizzati a suoi contribuenti per il pagamento della TARI 2024 entro il 31 ottobre. Dato che a molti l’avviso è arrivato irregolarmente, come a me, solo pochi giorni prima della scadenza indicata e a molti altri non è giunto per niente (o non è peraltro ancora arrivato), adesso si capisce che il 16 ottobre il Comune aveva comunicato la proroga della scadenza al 30 novembre non per agevolare i contribuenti scarsamente abbienti, ma perché consapevole di un enorme disservizio nella consegna degli avvisi.
Devo dare atto alla Polizia Locale di essere intervenuta il giorno stesso della mia segnalazione, in modo da recuperare immediatamente la montagna di corrispondenza di fatto soppressa, attivando allo stesso tempo, a norma dell’art. 616 del codice penale, un procedimento di polizia giudiziaria a carico di chi materialmente responsabile del fatto, verosimilmente accasato – si vedrà se regolarmente o no – al condominio di via Fiume 6 a cui aveva libero accesso. Si vedrà anche a che titolo, regolare o no, e con quale affidabilità, gli era stata attribuita, come ultimo anello della catena, la consegna di tanta corrispondenza ad altrettanti indirizzi postali.
Si spera che finalmente gli avvisi possano essere consegnati ai contribuenti in attesa entro il termine massimo del 15 novembre. Gli aspetti penali non mi competono, se non, come parte offesa, a chiusura del procedimento, avendolo attivato come consigliere comunale deputato alla verifica e ai controlli di legittimità sulle attività svolte per conto del proprio Comune. Ma gli aspetti politici, non di poco conto, mi impongono di rivolgere al sindaco i seguenti interrogativi.
- Dalle buste della corrispondenza non recapitata si ricava che il Comune di Ravenna si è rivolto, per la consegna, anziché a Poste Italiane, ad una società privata con qualifica di operatore postale autorizzato, la quale ne avrebbe affidato a terzi, tramite non si sa quali passaggi e per quale affidabilità, l’effettivo recapito a domicilio: sulla base di quale valutazione è stata effettuata tale scelta?
- Una volta verificati notevoli disservizi di mancata consegna postale, si è chiesto alla società prescelta a chi fosse stato affidato per ultimo tale incarico, evitando così che fosse il sottoscritto, grazie all’intervento della Polizia Locale, a consentire di scovarlo nel condominio di via Fiume 6, dove la montagna di buste è stata raccattata in uno scantinato umido di libero accesso? E se no, perché?”