Il 6 luglio 2021 l’Autorità Portuale di Ravenna ha affidato alla società Fincantieri Dragaggi Ecologici i lavori di dragaggio nell’avamporto e nel canale Candiano, che però non sono potuti iniziare perché il 30 agosto 2021 è stata rinvenuta nell’avamporto una bomba d’aereo residuata. Con ordinanza del 25 febbraio 2022, la Capitaneria di Porto, dopo che la Fincantieri le aveva trasmesso l’attestato di bonifica bellica del tratto tra il terminal San Vitale e Marcegaglia, ha autorizzato la società ad effettuare con la draga DECO 1 il dragaggio ecologico dei fanghi portuali nello specchio d’acqua del Candiano frontestante la banchina della società YARA, lungo 950 metri e largo 70.
Tutto è sembrato pubblicamente procedere senza remore né preoccupazioni, fino al 25 aprile, quando Lista per Ravenna ha rivolto al sindaco l’interrogazione “Draghe controverse nel porto di Ravenna”, tuttora in attesa di risposta. Essa riportava le notizie ricevute circa la DECO 1 su“un’avaria al motore riparabile solo a secco in un cantiere navale” e di “riparazioni con esito negativo”, che tuttavia non avevano impedito che la draga continuasse ad operare, forse con problemi di sicurezza, specie se di notte. Nessuno a tutt’oggi ha smentito o precisato alcunché al riguardo, quasi si tratti di un interesse privato, anziché soprattutto pubblico.
Sta di fatto che, appena quattro giorni dopo, il 29 aprile, la Fincantieri ha comunicato alla Capitaneria di Porto la sospensione delle proprie attività di dragaggio. Di qui una nuova ordinanza della Capitaneria in data 5 marzo che “rende noto” come, dal giorno stesso, la Fincantieri avrebbe effettuato lavori di carotaggio (prelevamento di campioni di materiale) nello specchio stesso davanti alla banchina della YARA di propria competenza operativa, “finalizzati per l’esecuzione di modifiche all’impianto di drenaggio della Draga DECO 1 e per il settaggio dei parametri di funzionamento”.
Ed è così, come volevasi dimostrare (notizia di ieri), che la draga Deco 1 è stata affidata al cantiere Rosetti di Marina di Ravenna per essere urgentemente riparata. Giova qui ricordare come la DECO 1 avrebbe dovuto, nel giro di un anno, al costo di 9 milioni di euro, operare nell’avamporto, nel terminal crociere e nel terminal container, per estrarre dai fondali circa 240 mila metri cubi di fanghi. Il grande vantaggio dichiarato è che, grazie alla tecnologia Decomar, la DECO 1, non entrando in contatto con i fondali, avrebbe eliminato la fuoriuscita di materiale e la conseguente risospensione dei fondigli torbidi, come invece avviene nel dragaggio tradizionale, evitando così la diffusione degli agenti inquinanti. Queste fondamentali ed esclusive prerogative avrebbero forse trovato impedimento nella concomitanza dei dragaggi con il transito delle navi?
Qualcuno dovrà pur dire qualcosa di certo: chiarire quali lavori la DECO 1 abbia compiuto tra il 22 febbraio del loro inizio e il 5 maggio della sospensione, se utili ed accettabili oppure no; riferire se la riparazione della draga è avvenuta o potrà avvenire, e con quali tempi; ma soprattutto se il contratto stipulato con la Fincantieri potrà essere onorato nei modi e con le scadenze prescritte, pena dover ammettere che lo sviluppo del porto, dopo vent’anni di stasi, procede col passo del gambero, anziché con quella del suono, come ci viene incessantemente solfeggiato in chiave politica.
Integrerò dunque l’interrogazione al sindaco con le domande di cui sopra.