“L’ex presidente della Regione Stefano Bonaccini e il suo ex assessore alla Sanità Raffaele Domini dissero, all’inizio del 2024, sui CAU: “Siamo stati i primi a partire con una riforma che siamo convinti possa diventare un modello di riferimento a livello nazionale”. In data 22 Gennaio 2024, il sindaco Michele de Pascale inaugurò perciò gioiosamente, a Ravenna, il primo CAU della provincia, definendolo una “svolta dell’assistenza urgenza a pochi passi dal pronto soccorso”.
Questi Centri furono presentati dalla Regione quali pronto soccorso giornalieri (dalle 8.00 alle 20.00) dedicati alle urgenze di minore gravità classificate coi codici bianco e verde. Si sono però rivelati come degli ambulatori di medicina generale, che offrono prestazioni tipiche dei medici di base e della guardia medica, tanto da essere iscritti tra le cure primarie e non dell’emergenza-urgenza. Di fatto, sono stati ben lontani dal raggiungere l’obiettivo fondamentale di ridurre l’enorme sovraccarico degli afflussi ai pronto soccorso.
Finché ha svolto le funzioni di sindaco, de Pascale non ha battuto ciglio sui CAU. Sceso in campagna elettorale per aggiudicarsi il posto di Bonaccini, lo ha però smentito affermando che “ci sono correzioni da fare sull’organizzazione degli ambulatori per i codici bianchi e verdi messi in campo dalla seconda giunta Bonaccini”. Conquistata la presidenza della Regione, è poi giunto a proporre seri correttivi a tale organizzazione ed in molti casi la soppressione addirittura dei CAU.
Diversi sindacati, in rappresentanza del personale medico-sanitario, hanno richiesto a più riprese una totale revisione del sistema CAU, affermando il fallimento di un’esperienza che non giova ai pazienti e tantomeno agli operatori sanitari. Il 15 gennaio scorso, il nuovo assessore regionale alla sanità Massimo Fabi, richiesto di dire se “prevede la chiusura dei CAU collocati all’interno degli ospedali, come chiesto dai medici di medicina generale”, ha risposto: “Valuteremo caso per caso”. Appena prima, aveva però chiarito che: “In determinate situazioni, da Parma a Piacenza e in diverse aree del Bolognese hanno funzionato bene contribuendo a diminuire la pressione sui Pronto soccorso generali. Hanno funzionato meno bene dove il coordinamento tra Pronto soccorso e CAU è stato meno efficace […]. C’è l’impegno con i medici di famiglia a non attivarne altri”. Amen.
Tanto basta per chiedere al sindaco di Ravenna facente funzioni se la sua Giunta ha avviato un confronto con l’assessore Fabi circa il destino del CAU di Ravenna. Se funereo, si chiede, di conseguenza, come s’intende far fronte alla congestione/saturazione del restante pronto soccorso ospedaliero.”