“Una nuova caserma della Polizia municipale al posto di quella malridotta e a pezzi di via Rocca Brancaleone ce l’hanno ripetutamente annunciata in successione, per vent’ anni, i sindaci Mercatali, Matteucci e De Pascale. Il 28 dicembre 2006, portai i giornalisti a farci un giro dentro, per pubblicare poi il dossier: ‘Gravissime insufficienze, carenze e menomazioni della Caserma. Proposta di soluzione per una nuova’. Il 6 novembre scorso, quando è caduto un pezzo di tetto su un’ agente, l’ ultimo sindaco ci ha preannunciato che il 21 di questo stesso mese, in conferenza stampa, avrebbe rivelato ‘la scelta della nuova caserma, che si farà presto’. Il 15 luglio 2017 lo aveva preannunciato per il ‘dopo estate’, senza dire l’anno. Ieri la farsa”. Così afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.
“De Pascale vede ora due caserme: una nuova e quella vecchia, non più abbandonata bensì ristrutturata. I tempi della tecnica e della ragione dovrebbero però dirgli che, almeno finché potrà restare in carica (giugno 2021), rimarranno in vita, a mezzo servizio, la caserma vecchia, semisbarrata all’uso dopo il crollo, e la sua succursale della Darsena, ‘provvisoria’ dal 2012” commenta Ancisi.
“Esilarante poi la ‘rivelazione’ della nuova sede, tenuta segreta come una cospirazione, che sarà ‘in via delle Industrie 118/120′, ex stazione di trasporto pubblico dell’ ATM, ora START Romagna. Se ne occuperà e pagherà tutto Ravenna Holding, la società cassaforte del Comune. Ma questo è scritto esattamente nel contratto del 15 ottobre 2010, tuttora vigente, in base a cui Ravenna Holding avrebbe dovuto consegnare al Comune la nuova caserma entro agosto 2014.
Cambia solo che la vecchia caserma non sarà ceduta in permuta della nuova a Ravenna Holding per destinarla ad uso residenziale. Il Comune riceverà il nuovo immobile solamente in uso, entrandone in proprietà dopo vent’ anni, quando ne avrà rimborsato l’investimento a rate annuali” continua Ancisi.
“Ma è tutto campato per aria” prosegue con le affermazioni il capogruppo di Lista per Ravenna:
“1) Della nuova caserma non esiste niente, neppure sulla carta. Oltre al progetto, manca perfino l’analisi della fattibilità tecnico-economica. “Aggiudicare l’ appalto per i lavori entro la fine del 2020”, è dunque una fake news, di cui il sindaco riceverà il conto al momento giusto.
2) Col prossimo piano triennale dei lavori pubblici 2020-2022, già approvato dalla Giunta comunale, De Pascale intende far approvare dal Consiglio un investimento da due milioni per i lavori di ristrutturazione della vecchia caserma, che diventerebbe “sede di rappresentanza della polizia municipale”, quasi fosse l’ ONU. Ma non c’è nulla neanche di questo progetto, non un barlume di idea progettuale. A dir poco, se ne potrà parlare tra due/tre anni quando, purché la nuova caserma sia finita, si dovrà trasferirvi la vecchia. Volendo mantenere un punto di servizio nel centro storico basterebbero, comunque, i locali da 223 metri quadrati in uso al Comune nell’Isola di San Giovanni, presso i Giardini Speyer, dove ne ha bisogno l’ infuocata zona stazione.
3) Adesso il Comune ha messo insieme 200 agenti di ruolo più 35 stagionali! Non essendocene uno per strada, serve più spazio al chiuso. Ed ecco che il sindaco ha messo a disposizione una terza caserma nel palazzo disabitato della Provincia di fronte all’ ex cinema Corso di via di Roma. La quarta – gliela ricordo io – potrebbe essere, a maggior ragione, l’ ex grande centrale dei Carabinieri tra via di Roma e via Venezia, abbandonata anch’essa da tempo immemorabile a non si sa quale destino.
Stando coi piedi per terra, l’ unica verità è dunque che gli ultimi tre sindaci rossi di Ravenna concluderanno il proprio ventennio lasciando alla città una caserma decrepita e semidiroccata, dopo averci speso milioni e milioni per tenerla alla meno peggio ed inventarsi una succursale nell’ ex Dogana portuale”.
“Infine. Nuove decisioni o invenzioni come quelle sbandierate ieri, che impegnano la cittadinanza ravennate molto oltre la scadenza degli amministratori in carica, non dovrebbero essere discussi solo tra il PD e qualche suo alleato, portate poi in consiglio comunale a scatola chiusa. L’ indirizzo di istruire procedimenti complessi come questo dovrebbe inserito preventivamente, quanto meno, nelle relazioni ai bilanci di previsione. In quelle del 2019, sia del Comune che di Ravenna Holding, non ce n’è un rigo. Alla stampa è stato presentato il pacco già confezionato, con la pretesa che il consiglio lo approvi senza fiatare.
Imbelli, incapaci, parolai, arroganti e prevaricatori, questa ignobile storia di caserma è la misura di come trattano la sicurezza della città. Quart’ultimi nel Bel paese, certificati dal migliore ateneo italiano” conclude Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.