IL PAGHERO’ DEL SINDACO – L’attuale sindaco PD di Ravenna, Michele de Pascale, deve la sua stentata elezione del 2016 alle manciate di voti strappati da una serie di sottoliste e listine. Benché di alcune nessuno ricordi neppure il nome, i loro esponenti in credito di riconoscenza erano già stati ripagati, a spese della comunità, con poltrone varie di amministratore pubblico. Tranne Guido Guerrieri, leader della lista IxC, che gli elettori non hanno neanche eletto consigliere comunale. Il 18 febbraio scorso, a Cesena, il presidente dell’assemblea di AMR Roberto Fagnani, assessore del suddetto sindaco, lo ha però finalmente rimunerato, incoronandolo amministratore unico di questa azienda per tre anni, al costo pubblico di 23.860 euro l’anno, più spese di trasporto e di missione. Avendo il PD fatto man bassa delle poltrone, nulla riconoscendo agli altri governi politici locali, gli ha votato contro il Comune di Riccione. Unico merito di Guerrieri, certificato nell’assemblea, è di essere stato, dal 2011 al 2016, l’assessore comunale di Ravenna incaricato di amministrarne l’Ambiente, non importa che l’abbia restituito alla città malridotto più di prima, come tutti vedono. Si saprà a breve quanto sarà utile ai cittadini che lo pagano ora. Spiego il perché.
ORGANICI GONFIATI E SEDE PRINCIPESCA – AMR significa Agenzia della Mobilità Romagnola. La quale, composta dai 68 Comuni e dalle 3 Province della Romagna, ha unificato nel 2017 le tre agenzie provinciali di Ravenna, Forlì e Rimini che “governavano”, nei rispettivi territori, i trasporti pubblici su bus, affidati principalmente a Start Romagna: obiettivo primo risparmiare sul personale e sui costi. Ai 18 dipendenti arrivati in AMR dalle tre ex agenzie provinciali si sono però aggiunti subito due altri impiegati; a fine 2018 è stato assunto un nuovo quadro direttivo; nel 2019 si aggiungerà una figura di direttore generale, inutile quanto costosissima: cosicché quest’anno i costi del personale, visto il bilancio di previsione, aumenteranno sul 2018 di 143 mila euro. Inaudita impudicizia è che in tal modo AMR mette insieme un organico di 11 comandanti (un amministratore unico, un dirigente con funzioni di direttore generale, due dirigenti, sette quadri direttivi), che capeggiano 11 soldati. Ho già dimostrato (e lo farò meglio, conti in mano) che i costi della principesca nuova sede, nell’ ex palazzo dell’ex Cassa di Risparmio di Cesena, sono quadruplicati rispetto a quando le tre province ne avevano una ciascuna.
CHIUSI I PRESIDI SUL TERRITORIO – Ma l’altro e più grande obiettivo dichiarato di AMR era però “migliorare i servizi ai cittadini in un settore fondamentale come quello del trasporto pubblico”. Finora – ho dimostrato anche questo – ha fatto solamente pena, ma rischia il peggio, in conseguenza del fatto che dal 1° gennaio ha chiuso i presidi territoriali attivi dei tre capoluoghi provinciali, tra cui quello di Ravenna in via della Lirica. L’assessore Fagnani, numero uno politico di AMR, aveva invece assicurato, il 6 dicembre scorso, in consiglio comunale, incalzato da Lista per Ravenna, che “i presidi territoriali resteranno” e che la settimana dopo sarebbe stata inaugurata la sede centrale di Cesena “non togliendo i presidi territoriali, che avranno gratuitamente a disposizione proprie stanze da parte delle Province”. Non è un fatto da poco, perché ogni provincia necessita in loco di alcuni tecnici che si occupino direttamente e speditamente dei molti complicati problemi delle proprie linee bus, in buona parte deficitarie e sconnesse, specializzandosi in ciò a diretto contatto con le amministrazioni comunali e provinciali e con la cittadinanza.
Tirando le somme, quanto sopra significa meno servizi per gli utenti e meno presenza sul territorio, ma più tasse per finanziare poltrone e sprechi coi soldi dei cittadini. Tanto più che è stato appena raggiunto un accordo sindacale per rimborsare le spese d’auto dei dipendenti, trasferiti tutti dai loro territori alla sede centrale di Cesena. La beffa è venuta dalla Regione che ha versato 500 mila euro ad AMR come “premio” per i bei risultati. Servissero almeno per ripristinare i presidi territoriali, primo problema, tuttora sul tappeto, che Guerrieri deve affrontare immediatamente.
In proposito chiedo al sindaco di Ravenna se, congiuntamente al suo assessore Fagnani, quale presidente dell’Assemblea di AMR, intende consigliare il suddetto amministratore unico dell’azienda nel senso utile per le comunità territoriali amministrate, in primis per la maggiore, che è appunto quella di Ravenna.