“L’avevamo anticipato il 23 marzo scorso. Scrivemmo allora che l’ordinanza del 31 gennaio scorso con cui il Comune aveva intimato la demolizione, entro il 30 aprile, dei restanti 74 capanni balneari di legno storicamente esistenti sul litorale ravennate era stata di fatto sospesa il 15 marzo, quando il sindaco aveva formalmente chiesto al Parco del Delta del Po “di esprimere le proprie valutazioni sotto il profilo ambientale in merito ai tempi e alle modalità di esecuzione delle demolizioni, fornendo quindi puntuali prescrizioni tecniche alle quali i soggetti privati dovranno attenersi nell’esecuzione delle demolizioni dei predetti manufatti”. Senza queste prescrizioni, colpevolmente omesse nell’ordinanza, i capanni non avrebbero potuto essere in alcun modo manomessi fino alla risposta del Parco del Delta del Po, dopodiché l’ordinanza sarebbe dovuta ripartire da capo assegnando un ulteriore termine di 90 giorni. Nel frattempo, ogni attività edilizia sul litorale sarebbe stata però bloccata, dovendo subentrare i vincoli imposti dalla riproduzione della fauna. Insomma, tutto si sarebbe spostato a dopo l’estate.
SETTE MESI DI TREGUA
Così è stato. Il 26 marzo, il Parco ha fornito le prescrizioni da osservare per la demolizione dei capanni. Il 10 aprile il dirigente del Comune che aveva emesso l’ordinanza ha di conseguenza notificato all’Associazione Capannisti Balneari “che i lavori di demolizione potranno iniziare dal 23 settembre prossimo e terminare tassativamente entro i 90 giorni successivi”, cioè entro l’8 dicembre. Il linguaggio bellico – quasi fossimo nel medio oriente – è ancora quello della distruzione totale dei capanni, ma intanto sono stati “conquistati” sette mesi di sospensione delle ostilità. Il risultato non è da poco perché la Capitaneria di Porto, dando scattante esecuzione all’ordinanza, aveva notificato all’Associazione dei capannisti che, a seguito dei suoi preordinati sopralluoghi ai singoli capanni, i titolari dei manufatti che non fossero stati rimossi sarebbero stati denunciati penalmente per il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo.
PACE PER TUTTI I CAPANNI
Faremo di tutto perché il tempo guadagnato dia pace ai capanni. La strada è stata tracciata da Lista per Ravenna quando l’ordine del giorno, da me presentato il 15 marzo 2023, è stato finalmente approvato dal Consiglio comunale il 19 settembre all’unanimità. Con quel testo, concordato tra maggioranza e opposizione, il Comune di Ravenna “riconosce che i capanni balneari presenti sul litorale del comune di Ravenna rappresentano una tradizione storica locale e, per questo, sono portatori di un valore storico-testimoniale”, chiedendo perciò che “il Sindaco e la Giunta portino avanti un’analisi della situazione volta a valutare la fattibilità di indire un bando pubblico per istituire e gestire l’area dei capanni balneari, come opportunità di promozione di questa tradizione verso il pubblico, i turisti e tutte le persone che vivono la costa ravennate”. La Giunta ha dato esecuzione a questa richiesta il 27 febbraio disponendo, sui capanni balneari, che si produca “anche avvalendosi di incarico tecnico esterno, apposita Valutazione di apposita Valutazione di Incidenza Ambientale (Vinca, nda) al fine di individuare le posizioni concessionabili”. Il Comune dovrà inoltre predisporre “un bando […] per l’individuazione di un soggetto giuridico senza fini di lucro, che mantenga viva la tradizione dei Capanni Balneari e si impegni in iniziative volte alla divulgazione di buone pratiche per la tutela e conservazione delle pinete, delle dune e delle spiagge della costa ravennate […]”. La Giunta comunale ha annunciato che il bando uscirà in estate. Il soggetto candidato ad assumere questa concessione, coi relativi oneri di interesse pubblico e sociale, è l’Associazione dei Capannisti Balneari. Tutto ciò significa mantenere in piedi i capanni, secondo noi tutti, per le ragioni consistenti che faremo valere, ritenendo peraltro assurdo che li si voglia far demolire per ricostruirli – anche se materialmente impossibile – magari nello stesso posto. Vedremo il da farsi quando la “Valutazione di Incidenza Ambientale al fine di individuare le posizioni concessionabili” sarà presentata.
Sono però passati quasi due mesi dalla disposizione della Giunta comunale senza che l’incarico di produrre la Vinca sia stato ancora assegnato e il contratto sottoscritto, nonostante che il tecnico prescelto sia stato presentato all’Associazione Capannisti già a metà marzo, in un incontro col sindaco. e l’Associazione Capannisti. Avendo inviato un sollecito venerdì scorso, il giorno dopo mi è stato assicurato che “l’incarico è in corso di affidamento in questi giorni”. Aspettiamo a piè fermo.”