“I primi dubbi ci sono stati sollevati il 3 marzo scorso non appena Ravenna è slittata in zona arancione scuro: “È consentito andare nel proprio orto o nel proprio campo a svolgere i lavori di stagione, come vangare, seminare, potare, raccogliere gli ortaggi per la famiglia?”. Ieri, con lo scivolone in zona rossa, le chiamate del genere sono state svariate, anche perché si è saputo, spargendosi anche la voce, che pattuglie di diverse forze dell’ordine avevano fermato alcuni ortisti diretti verso i loro terreni ammonendoli a tornarsene a casa” afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.
“Telefonate fatte a varie istituzioni o non avevano ricevuto risposta o non avevano dissolto alcun dubbio. Sono tornate dunque d’attualità le vicende di fine aprile 2020, che generarono scalpore, incomprensioni e recriminazioni nei molti cittadini in possesso di piccoli campi od orti coltivati per autoconsumo, i quali, secondo talune interpretazioni delle restrizioni dettate dal DPCM appena entrato in vigore, non avrebbero potuto recarvisi per curarli e raccoglierne i prodotti. Il Comune stesso lo aveva vietato per i propri 1283 orti sociali dati in uso ad anziani. Lista per Ravenna si batté con successo perché fosse chiarito che in realtà non c’era alcun divieto. Contro le multe impartite, furono fatti i ricorsi, anche sulla base di un fac-simile da noi prodotto” prosegue Ancisi.
“C’è perciò bisogno di far conoscere pubblicamente che la risposta agli interrogativi d’oggi è la stessa di allora. Convinto di ciò, ne ho tuttavia chiesto conferma al comandante della polizia locale, Andrea Giacomini, che me l’ha espressa testualmente così: “Il Governo ha chiarito in una FAQ, che ‘la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, integra il presupposto delle esigenze lavorative, contemplato per le zone arancioni e rosse. Quindi la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (quale ad. esempio quella di raccolta delle olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura) sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito” continua Ancisi.
“In parole povere, occorre munirsi di un’autodichiarazione in cui scrivere di possedere un terreno agricolo produttivo di una determinata superficie, coltivato in proprio per uso personale non commerciale, indicando il percorso più breve tra l’indirizzo di partenza da casa e l’indirizzo di arrivo al terreno. Vale anche per gli orti sociali di cui il Comune di Ravenna, essendone proprietario, ha trasferito il possesso a degli anziani dietro pagamento di un canone” conclude Alvaro Ancisi.