Sulle vicende giudiziarie successive al semiaffondamento della motonave Berkan B e conseguente inquinamento della Pialassa Piomboni, non esprimo condanne di piazza, ben sapendo che spetta tutto alla magistratura. Molte risposte certe devono essere date, sull’ accertamento dei fattori e del grado di inquinamento della pialassa, come sulle eventuali rispettive responsabilità dell’Autorità portuale e della proprietà/gestione della nave; e non solo, per esempio sul ruolo della Capitaneria di Porto. Sulla sospensione dei vertici dell’Autorità portuale occorre augurarsi che l’ente sia in grado di ripristinare al più presto la pienezza di suoi poteri, qualunque sia l’esito dei ricorsi, stanti gli importanti progetti che, nel bene e nel male, e con tutte le esigenze di correttezza, serietà ed efficienza che s’impongono, sono in corso o in cantiere: primi tra tutti il progetto l’Hub portuale (ex “Progettone”), con annesso porto crociere, e quel “risanamento”/smantellamento/sepoltura della Pialassa stessa, che noi vorremmo profondamente riformato, avendolo sempre combattuto più di ogni altro, tra l’altro provocandone la discussione nella commissione comunale Ambiente, da me stesso presieduta, il 3 marzo scorso.
Tutte le malefatte politiche che hanno affondato il porto stesso dal 2012 ad oggi, ad opera dei governi di marca PD in carica negli enti del territorio e della regione, sono state oggetto di nostri interventi e denunce, che hanno riempito volumi delle cronache cittadine, lasciando l’impronta della competenza e della conoscenza di causa e colpendo nel giusto. Abbiamo condiviso di massima, perché urgente ed indispensabile, il progetto di Hub portuale in via di partenza, ridimensionato all’ approfondimento dei fondali fino a 12,5 metri, continuando a batterci perché non si pensi neppure di perseguire successivamente, nel segno degli interessi affaristici innominabili che finora hanno infierito sul porto, gli obiettivi deliranti dei -14,5 metri e di un nuovo colossale terminal container sulle sponde della pialassa.
Per tutte queste ragioni, ci pare veramente un passo falso la nomina a commissario pro-tempore dell’Autorità Portuale dell’ ing. Paolo Ferrecchi. Ne riconosciamo, come dice il sindaco, “la serietà, la professionalità e la competenza dimostrate in questi anni”, ma ci pare clamoroso il conflitto di interessi in tal modo instaurato. Egli riveste infatti, quale direttore generale Cura del Territorio e dell’ Ambiente della Regione, il ruolo centrale nelle funzioni di vigilanza e di controllo dell’Autorità Portuale di Ravenna di cui è l’ ente regionale è a capo: sul progetto Hub Portuale, avendo espresso, nella varie fasi preliminari alla sua approvazione da parte del Governo nazionale, prescrizioni e osservazioni che figurano come parte integrante della sua attuazione; e anche più sulla gestione della pialassa Piomboni e del progetto da 32 milioni che la sta travagliando, trattandosi di un’area SIC-ZPS (Sito di Importanza Comunitaria-Zona di Protezione Speciale) sottoposta alla sua diretta autorità.
Se il nuovo Governo nazionale, riconsegnando il Ministero delle Infrastrutture al PD, significa che il porto di Ravenna deve tornare interamente nelle mani di questo partito, controllore e controllato, regolatore ed esecutore, allora si sopprima anche l’Autorità portuale come ente inutile. Basta ed è anche troppo il sindaco, finché sarà del PD.