In via Sant’Alberto, nella zona interna alla città situata intorno alla biforcazione verso via Brunelli e via Zalamella, era posizionata da oltre 30 anni, nei pressi del chiosco piadine al numero civico 105, esattamente dopo i civici 111-115-119 e di fronte al civico 96, un Isola Ecologica di Base (IEB) composta dai contenitori della raccolta differenziata. Serviva i cinque palazzi dei civici 111-113-115-117-119, abitati ciascuno da nove famiglie, gli altri edifici situati sul lato pari di via Sant’Alberto e i primi di via Brunelli, per un totale di circa 200 famiglie. La posizione era buona anche per la circolazione stradale perché collocata sul lato est di un tratto di via Sant’Alberto a senso unico e con due corsie di marcia, di cui quella di sinistra dedicata al proseguimento della corsa verso il centro città e quella di destra alla svolta, senza alcun conflitto, nella via Brunelli.
In oltre 30 anni, non erano mai avvenuti incidenti tra le auto e i camion destinati alla raccolta rifiuti, che peraltro passano sulle 6 del mattino quando il traffico è scarsissimo. Ovvio che, se le auto si trovano davanti il camion, devono aspettare che svolga il suo lavoro, come avviene, spessissimo, quando la ristrettezza della carreggiata non ne consente il superamento a sinistra. Un’analisi dettagliata delle attuali sei altre IEB situate nell’ampio circondario della via Sant’Alberto interno alla città (vedi l’allegato) dimostra come siano pericolose piuttosto quelle.
Tuttavia, prima della Pasqua scorsa, Hera, in occasione dell’avvio del porta a porta, ma contravvenendo alla lettera distribuita alle famiglie interessate, ha mantenuto solo il contenitore per vetro e lattine. Ciò ha prodotto sollevazioni dei residenti rivolte al numero verde di Hera, da cui si è appreso che la rimozione degli altri contenitori sarebbe stata motivata dalla presenza di un incrocio, che invece è un’innocua svolta della via Sant’Alberto in via Brunelli, e dal rischio di incidenti tra le auto e il camion della raccolta rifiuti, mai successi, come già detto. Due lettere di residenti ad Hera hanno lamentato l’“evidente e insostenibile disagio per tutti gli abitanti della zona, specialmente per i molti anziani o con problemi di mobilità e in presenza di condizioni climatiche avverse, costretti ad un arduo percorso a piedi per svuotare plastica, carta/cartone e ramaglie in cassonetti posti ad eccessiva distanza, per giunta trovandoli spesso pieni”. Di qui la richiesta di ripristinarli, senza però ottenere risposta. Il 16 maggio, una cinquantina di famiglie della zona ha allora firmato (vedi l’allegato) un esposto contenente la medesima richiesta, trasmesso con raccomandata al sindaco, ma ugualmente senza risposta, anche se, a norma di legge, avrebbero il diritto di riceverla.
Presento perciò la presente interrogazione al sindaco per chiedergli se intende attivare il competente servizio Ambiente del Comune di Ravenna affinché la richiesta di cui sopra sia accolta, aggiungendo che sarebbe possibile reintrodurre i cassonetti in questione, oltre a dove sono sempre stati con soddisfazione di tutti, anche ai bordi del parco che fiancheggia via Sant’Alberto di lato al chiosco piadine, dove Hera ha già piazzato quattro contenitori dell’umido.