Il 19 gennaio scorso, presentando al sindaco un’interrogazione sugli autovelox posti in zone non centrali degli abitati, scrissi tra l’altro, riferendomi al caso recente di Mezzano, che “è stato posizionato nella periferia sud del paese in un punto dove non è facile percepire il passaggio dal limite dei 70 km/h a quello dei 50 in vigore in quel centro abitato, come in ogni altro. […]. Venendo da Ravenna, si vedono a destra solo dei campi e a sinistra una larga pista ciclabile, con le prima case situate solo sul retro”. Aggiunsi, riguardo “alla funzione educativa degli autovelox”, la richiesta che, “appena oltre oppure a fianco dei cartelli di ingresso in un centro abitato, venga apposto anche un cartello con l’indicazione della velocità massima di 50 km/h”.
Il 29 gennaio mi ha risposto il vicesindaco, assessore alla Polizia Locale: “La velocità massima consentita all’interno dei centri abitati è di 50 chilometri orari e la direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici del 24 ottobre 2000 […] vieta la duplicazione di prescrizioni già insite in idonea segnaletica. […] Va anche censurato un altro caso di spreco e di uso improprio di segnali molto diffuso. Si tratta di segnali di ‘limite’ massimo 50 km/h […]”. Gli ho replicato, a mezzo stampa, di non condividere questa tesi “perché basata sulla citazione di ‘norme’ che non sono tali perché prodotte da una direttiva ministeriale che non ha valore legale nei confronti dei Comuni. Il cartello dei 50 servirebbe invece a far rispettare più facilmente il limite”.
Oggi, ho ricevuto, dall’ex dirigente medico di un’importante branca di medicina interna dell’AUSL, il seguente messaggio: “Le scrivo per estenderle il mio apprezzamento per le interrogazioni da lei recentemente presentate relative agli abusi commessi dall’ente pubblico in materia di contravvenzioni e autovelox. Vedo con dispiacere che è stata respinta quella relativa alla segnaletica dei limiti di velocità nei centri abitati. Vedo con stupore che sarebbe addirittura vietato (!) esporre i limiti di velocità all’inizio dei centri abitati per un malinteso senso del risparmio. A parte che mi pare una motivazione non condivisibile, dato che stiamo parlando di sicurezza e di vite umane che potrebbero essere salvate anche grazie a un ‘eccesso’ di ausili per i guidatori, faccio presente un altro tema. Dal 2022 le auto di nuova costruzione debbono montare il cosiddetto limitatore di velocità intelligente, che legge i segnali di limite di velocità e rallenta automaticamente l’auto. La mia nuova auto ne è dotata e io lo tengo attivato, ma purtroppo, se il segnale di limite non c’è, questo utilissimo accessorio risulta inutile (non è in grado di interpretare il cartello col nome del centro abitato come limite di velocità). Mi pare uno dei tanti casi in cui una tecnologia che potrebbe essere utilissima va sprecata per il ritardo degli enti pubblici ad adeguarsi al progresso. La ringrazio per l’attenzione e se vorrà rendersi portavoce di questa istanza”.
Siccome anche i santi perdono la pazienza, figuriamoci un consigliere comunale di opposizione oppressa, riporto questo argomento in Consiglio comunale, rivolgendo al sindaco e al vicesindaco la seguente istanza ultimativa: “Riferendomi agli autovelox posti in punti periferici che non vengono agevolmente percepiti come parte di ‘un centro abitato’, Le chiedo se intende aggiungere sul posto il cartello dei 50 km/h, neanche “abbinato” al cartello di località, ma un po’ dopo, prima dell’autovelox, servendo così a far rispettare più facilmente il limite di velocità, a maggior sicurezza del traffico. Oppure se intende solo raccogliere più proficuamente i 13,387 milioni iscritti nel bilancio comunale 2024 sotto la voce ‘entrate dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti’, soprattutto da multe al codice della strada”.