“Raccogliamo l’agitazione e le ansie che alcuni cittadini residenti a lato del fiume Montone tra Borgo Montone e San Marco hanno manifestato a Lista per Ravenna, inascoltati dagli organi pubblici di governo del territorio e dei corsi d’acqua locali. Dalla strada che collega le due località sull’argine sinistro del Montone, non si osservano più le acque del fiume scorrere verso la città, essendone impedita, quasi totalmente, la vista dalla boscaglia selvaggia di canne ed arbusti arrivata fin lassù ed oltre. All’interno, la boscaglia ha invaso anche l’alveo fluviale, riducendolo in larga parte ad uno stretto cunicolo.
“Nel 1700 fu allontanata la confluenza del Ronco e del Montone a due chilometri a sud della città con la costruzione della chiusa di San Marco per scongiurare nuove esondazioni nel perimetro urbano”, si legge nel sito turistico ufficiale del Comune di Ravenna. Nella recente alluvione, questa diga ha salvato faticosamente, prima che la città, il comparto ESP (chissà perché sorto e raddoppiato, ai giorni nostri, ai piedi del Montone) e Borgo Montone stesso. Ora, come nel racconto dei cittadini e nelle foto mostrateci , “la diga sotto è piena di tronchi che impedirebbero la chiusura della paratia”. Nella strada, “pericolosa perché, nonostante il limite dei 50, le macchine vanno come dei missili, si sono fatti dei buchi che non accomodano e ci sono ancora alberi che penzolano. In un crollo si sono limitati a mettere un semaforo”.
Venerdì scorso, il presidente della Provincia, nonché sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, avendo incontrato gli ambasciatori di Belgio, Slovenia e Slovacchia, in rappresentanza delle squadre di protezione civile europee che hanno prestato soccorso nel territorio di Ravenna e di Conselice durante l’alluvione del maggio scorso, ha onestamente confessato che: “Sulla prevenzione non si è fatto nulla. Penso alle casse di espansione, all’allargamento degli argini”. Ha poi aggiunto: “Proporremo una collaborazione costante con i paesi europei e noi aggiorneremo il nostro piano di protezione civile per essere più pronti di fronte alla possibilità di eventi estremi”. Non è forse il caso che, da parte loro, molto più semplicemente e doverosamente, Regione e Agenzia regionale per la Protezione civile, Provincia, Comune, ecc., si mettano d’accordo per cominciare a ripulire i fiumi di Ravenna, come mai fatto prima, senza aspettare ulteriori disastri?
Questa è la domanda che Lista per Ravenna rivolge a Michele de Pascale per conto dei cittadini di cui sopra.”