“L’ex magazzino Sir di via Bosi Maramotti, in zona “nuova” Darsena, è una delle testimonianze più significative dell’archeologia industriale di Ravenna. Noto piuttosto come Sigarone, Lista per Ravenna conduce da oltre dieci anni un’aspra battaglia, a lungo solitaria, perché sia riqualificato come bene archeologico ad uso culturale e non come pretesto per una lottizzazione residenziale, supermercato compreso” afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna – Polo civico popolare.
“Nel frattempo l’immobile è stato abbandonato all’incuria e al degrado, esposto ai danni del maltempo, colonizzato dai piccioni e mal frequentato. Una persona residente nei pressi ha firmato ieri notte sul facebook de “La Sentinella” il post e la foto seguenti: “I somali si prendono a bottigliate davanti al Sigarone. Uno cade in una pozza di sangue. Le autorità ci hanno abbandonato. Aspettiamo il morto” prosegue Ancisi.
“La prima notizia pubblicata dalla stampa locale sull’occupazione abusiva del Sigarone da parte di un gruppo di extracomunitari, prevalentemente somali, porta la data recente del 21 novembre. Il fatto era già stato segnalato, con molta preoccupazione, a Lista di Ravenna, la quale, disposta a parlare solo a ragion veduta, ne ha fatto oggetto di approfondimenti, che ora le pare urgente e doveroso sottoporre al sindaco” afferma Ancisi.
- È certo che l’indebita occupazione seriale del Sigarone risale addirittura almeno a metà settembre, in piena campagna elettorale.
- Ma è stato solo il 12 ottobre che equipaggi della Polizia Locale e della Polizia di Stato vi hanno compiuto un sopralluogo, ravvisandovi tutti gli elementi di un vasto bivacco, apparentemente all’insaputa della proprietà dell’immobile, una società privata con sede in un’altra zona della “nuova” Darsena. Parte della recinzione metallica al confine con l’area per lo sgambamento cani era stata abbattuta in modo da formare un varco, adiacente al quale era stato collocato un saliscendi di legno per entrare il cortile. Era anche aperta la porta d’ingresso dell’immobile. All’interno, erano state allestite tre locazioni di fortuna, dotate di giacigli precari utili per quattro persone ciascuna. Vi sono stati sorpresi nel sonno dieci extracomunitari, che sono stati identificati e allontanati.
- Il 30 ottobre, in primo orario notturno, la Polizia locale è tornata sul posto chiamata in ausilio dai Vigili del Fuoco perché era stata segnalata l’uscita dall’interno del Sigarone di fumo e fiamme. I tre extracomunitari presenti sono stati identificati e allontanati.
- Il 15 novembre, la Polizia Locale ha intimato alla proprietà dell’immobile di adeguarsi alle prescrizioni dell’art. 7, comma 1 del regolamento di Polizia urbana, che recita: “Fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, i proprietari, ovvero i detentori a qualsiasi titolo con doveri di custodia, hanno l’obbligo di mantenere in condizioni decorose gli edifici, i fabbricati, come pure terreni, parchi e giardini privati. Per i fabbricati in disuso si debbono adottare accorgimenti idonei, quali recinzioni o chiusura di varchi tramite muratura ed altri artifici, atti ad impedire o rendere, quantomeno, difficoltosa, ogni forma di invasione ed occupazione da parte di terzi previo pratica all’ufficio edilizio del Comune nel caso in cui le opere siano soggette a comunicazione e/o permesso”.
- Il 18 novembre, Polizia Locale e Polizia di Stato hanno effettuato un altro sopralluogo al Sigarone, sgombrandone l’interno dagli occupanti abusivi per rimetterlo a disposizione della proprietà stessa.
- La notte del 24 novembre il fatto di sangue di cui sopra.
- Oggi 25 novembre, con dispiego di polizia, i lavori di messa in sicurezza da intrusioni dell’intero immobile, recinzione compresa.
“C’è qualcosa che non torna nella cronologia di questo sfacelo urbano. Le forze dell’ordine erano già state informate almeno da metà settembre dei bivacchi esistenti dentro il Sigarone. Fin da allora sapevano di dover intervenire sulla proprietà privata, chiaramente identificabile (anche perché l’immobile è compreso in uno dei progetti urbanistici di valorizzazione della nuova Darsena di città), affinché, come minimo, adempisse ai propri doveri di custodia, di tenuta decorosa e in stato di sicurezza del proprio bene. Si è letto che gli occupanti sono arrivati ad essere una ventina, diversi dei quali titolari di permesso rilasciato per ragioni umanitarie, quindi ben noti allo Stato, con l’obbligo di assicurare loro condizioni almeno minime di vita dignitosa, in ogni caso vigilando sul loro effettivo status abitativo” continua Ancisi.
“La materia ricade indubbiamente nelle competenze del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, di cui il sindaco nonché presidente della Provincia è componente. Ne è stato informato? Cosa ha disposto? Perché si è aspettato così a lungo per sgomberare e mettere in sicurezza il Sigarone, mentre montava giorno per soggiorno la sollevazione dei residenti in zona? Si è distinto tra extracomunitari a vario titolo regolari, o addirittura obbligati a vivere nel degrado pur con permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, ed extracomunitari irregolari, se non clandestini? Quali dunque le loro diverse fattispecie giuridiche e di quante unità ciascuna? Quali provvedimenti sono stati adottati o predisposti o ipotizzati nei rispettivi confronti? E soprattutto, come si intende operare perché, sfrattati tutti dal Sigarone con ingiustificato ritardo, non ne trovino altri altrettanto abusivi?” chiede Ancisi.
“Sono domande inquietanti, volontariamente aliene dal spingersi oltre, che non sono degne della nostra città e a cui chiedo perciò al sindaco di dare e/o ottenere risposta. Non da ultimo, bisognerebbe sapere finalmente dal sindaco stesso cosa intende fare, sul serio, del Sigarone” conclude Alvaro Ancisi.