“Il primo condominio residenziale Anic nacque nel 1956 in via Baiona, sotto forma di un lungo edificio a tre piani, per offrire ai dipendenti dello stabilimento creato da Enrico Mattei a Ravenna, provenienti in buona parte da fuori provincia, un alloggio a pochi passi dal luogo di lavoro. Il vero e proprio “Villaggio Anic”, sorto successivamente in via Chiavica Romea, lo portò gradualmente al superamento, fino a che, nel 1993, le famiglie che ancora lo abitavano ne furono sfrattate per ragioni di sicurezza ambientale attestate da uno studio della Regione. Per loro furono realizzati, nelle vie Lago di Bolsena e Lago d’Iseo, nel villaggio che ora si chiama quartiere San Giuseppe, 29 alloggi complessivi in tre palazzi. Ottennero un finanziamento della Regione Emilia-Romagna come programma di Edilizia Residenziale Pubblica, convenzionata ed agevolata, rivolto a fasce di popolazione svantaggiate. Tra il Comune di Ravenna e la cooperativa costruttrice fu stipulata nel 2003 la convenzione originaria ventennale che, oltre all’edificazione del complesso residenziale e delle opere di urbanizzazione, disciplinò le modalità di gestione degli alloggi, definendone i canoni d’affitto e il vincolo di destinazione a locazione permanente.

LA NUOVA CONVENZIONE – I condòmini che ancora abitano questi alloggi, anziani pensionati o vedove di pensionati ultraottantenni, per la maggior parte afflitti da severi stati di invalidità e disabilità, stanno vivendo un periodo di tensione e di angoscia a causa della nuova convenzione, stipulata nell’agosto scorso tra il Comune di Ravenna e l’attuale proprietà Solvo Group s.p.a. Rivalutando il costo di costruzione con una maggiorazione di oltre il 60% rispetto a quello iniziale, essa ha prodotto un insostenibile proporzionale aumento degli affitti. Considerando le  spese condominiali, che si aggirano sui 200 euro al mese, le spese per le utenze domestiche e la TARI, questi anziani, per poter sopravvivere coi modesti redditi di pensione o di riversibilità, non possono però sopportare che piccoli rincari annui, come d’altronde previsto nella convenzione originaria. Diventando soci dell’allora cooperativa costruttrice, parteciparono inoltre al valore di costruzione con dei depositi cauzionali, versando somme tra i 10 a 20 mila euro, in proporzione delle quali  l’affitto venne calmierato. Nella nuova convenzione non vi è più traccia di tali versamenti, che  solo nell’ipotesi improbabile che gli anziani acquistino il loro alloggio verrebbero scalati dal prezzo. Dalla nuova convenzione pare peraltro evincersi l’intenzione di Solvo Group di vendere gli alloggi sul mercato libero, “ripuliti” dei vincoli originali di edilizia agevolata ex legge n. 179 del 1992. Sarebbe così annullato lo sforzo fatto nel 2003, anche con denari pubblici, per assicurare permanentemente 29 alloggi di uso sociale al territorio ravennate che ne è scarso.

UNA VIA D’USCITA – Una rappresentanza degli attuali condòmini, che, consapevoli di non poter più far fronte ai nuovi canoni di affitto,  sono sprofondati in uno stato di disperazione, ha chiesto ed ottenuto di confrontarsi con l’amministrazione comunale per cercare una via d’uscita da questo baratro .

Ciò premesso e considerato,

IL CONSIGLIO COMUNALE

INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA

ad attivarsi con impegno allo scopo di perseguire una soluzione sostenibile per i restanti condòmini degli alloggi ERP di via Lago di Bolsena e di via Lago d’Iseo, affinché i canoni d’affitto siano rivalutati, senza soluzione di continuità, sulla base della convenzione originaria, oppure concordando con la Solvo Group s.p.a. che non siano applicati i canoni massimi previsti in convenzione, bensì aumentando solo lievemente quelli precedenti, del resto sempre onorati, pur con forti sacrifici.”