Chi leggesse attentamente le cronache di Ravenna somministrate alla stampa locale dal balcone di Piazza del Popolo non potrebbe, conservandone il ricordo almeno per poche settimane, che porsi interrogativi sulla credibilità di tanto pulpito.
Il 6 dicembre 2019 è stato pubblicato e celebrato il grande successo della VI edizione della Biennale del Mosaico, espresso ufficialmente da 150 mila spettatori complessivi, dichiarati dal Museo d’Arte di Ravenna (MAR) grazie a 40 mila biglietti staccati alle mostre della Biennale e conteggiando, per gli altri 110 mila, i passaggi nei “luoghi d’arte e cultura cittadini, coinvolti con mostre e installazioni, quali la biblioteca Classense, i siti Unesco, il Museo Nazionale, il Museo Arcivescovile, la Domus dei Tappeti di pietra e il museo Classis”.
Il 19 gennaio 2020 è però piombata sulla stampa una pioggia gelata: nel novembre 2019, mese clou della Biennale del Mosaico, “i pernottamenti nella città d’arte sono stati in tutto 35.710: rispetto al 2018 si registra un -1,4%”. Calo sorprendente, anche perché il 1° novembre è “caduto quest’anno di venerdì, creando così un ponte di tre giorni”, oltre al fatto che “quest’anno si è investito molto sulla comunicazione”, cioè pubblicità a pagamento senza risparmio.
Per darne una spiegazione mi avvalgo di due testimonianze scritte.
- “Il giorno 17 novembre 2019 mi sono recato presso il MAR di Ravenna dove si svolgeva la mostra Mattoncini al Museo, cioè il festival dei lego col nome di Ravenna Brick Festival. Sono rimasto stupito nel constatare che, sebbene l’evento fosse gratuito, all’ingresso veniva consegnato a ciascun visitatore (bambini compresi) un biglietto in cui era indicato il prezzo d’ingresso pari a 0,0 euro per accedere alla mostra dell’artista Chuck Close che si svolgeva contemporaneamente. Nella sola giornata migliaia di persone (a giudicar dalla fila all’ingresso) hanno visitato la mostra Mattoncini al Museo”. Dunque hanno contato tra i visitatori delle mostre organizzate per la Biennale fiumi di persone e relativi bambini al seguito richiamati dal festival dei lego, senza i pernottamenti di una buona parte dei quali il “turismo culturale” del mese di novembre sarebbe andato anche peggio.
- “L’ altro giorno sono andato alla Classense a restituire un libro. Poi sono uscito due volte per rispondere a una chiamata al cellulare. E sono tornato a prendere un altro libro. Quello che non sapevo è di aver partecipato con questo per ben tre volte alla Biennale del Mosaico. Spettatore a mia insaputa”. Tra i 150 mila spettatori della Biennale, ci hanno messo anche i passanti.
Questo è il MAR del dopo Spadoni. Questa è la classe politica che in questo mese ha compiuto mezzo secolo di governo ininterrotto della città di Ravenna.