In occasione del collocamento a riposo di un medico di base convenzionato con l’AUSL Romagna che prestava la propria attività ambulatoriale presso la Casa della Salute di San Pietro in Vincoli, è stata offerta ai suoi assistiti la possibilità di scegliere il proprio nuovo medico di fiducia tra il sostituto di quello cessato e gli altri medici operanti nella stessa struttura che ne avevano la disponibilità. Venuto a mancare, per propria rinuncia, il nuovo medico, l’AUSL ha invece assegnato un altro medico ai suoi assistiti, distribuendoli d’ufficio tra i tre del posto in grado di assumerli in carico, informandone le molte centinaia di utenti interessati solamente per iscritto e a fatto compiuto. L’effetto più deleterio è stato di frazionare i componenti di una stesso nucleo familiare tra diversi sanitari, a prescindere che si chiamino medici di famiglia. In uno dei casi segnalatoci, tutti di questo genere, una famiglia di tre componenti è stata divisa fra tre medici. Molto diffuso il malumore.
Il diritto di scelta del medico da cui ricevere l’assistenza medico-generica in forma domiciliare e ambulatoriale, secondo i livelli di prestazione stabiliti dal piano sanitario nazionale, è principio cardine della legge di riforma del Servizio sanitario nazionale n. 833 del 1978 nell’ambito dell’organizzazione territoriale in capo alle Aziende Sanitarie Locali.
Chiedo dunque al sindaco di Ravenna, anche nella sua qualità di presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’AUSL Romagna, se intende chiedere alla dirigenza di tale azienda spiegazione di quanto sopra, raccomandando che la procedura adottata sia sottoposta alla doverosa correzione e garantito sempre ad ogni utente assistito il diritto di scegliere il proprio medico di fiducia nei limiti delle possibilità offerte, in tal modo consentendo la possibilità di un unico medico di famiglia per l’intero rispettivo nucleo.”