Dopo la notizia diffusa dalla giunta comunale di voler costruire una nuova vasca di fianco alla nuova piscina comunale, il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, da sempre critico, come tutta l’opposizione, verso il progetto originale del Comune di Ravenna, torna sull’argomento, attaccando ancora una volta i rappresentanti alla guida della città, in particolare sulla gestione del vecchio impianto:
«Neppure un sindaco aspirante superstar, quale l’attuale di Ravenna, può fare tutto e il contrario di tutto a spese illimitate dei suoi amministrati. Ieri, la neppure troppo vecchia piscina comunale era un catorcio da buttare giù. Sarebbe splendidamente risorta ex novo al costo di appena 15,2 milioni, con soli “6/8 mesi” (salvo imprevisti) di sospensione del servizio. Oggi il contrordine compagni: “La piscina non si tocca, anzi raddoppia. Abbiamo individuato un’area confinante di oltre 4 mila metri quadrati. Vi costruiremo una nuova vasca olimpionica di 50 metri a dieci corsie. Convivrà con l’impianto esistente, non più moribondo, che verrà anzi ristrutturato”. Città presa per il collo, Lista per Ravenna non si opporrà a niente che faccia respirare di nuovo, si spera molto meglio, il nuoto cittadino, alla condizione che il progetto e i presupposti di gestione siano condivisi dalle società, dalle associazioni e dai cittadini interessati. Ma non rinuncerà a presentare al sindaco i conti che non tornano verso la comunità e ancor prima con la legge.
IL 1° LUGLIO LA PISCINA DEVE TORNARE AL COMUNE – Secondo il codice degli appalti, il contratto quindicennale con l’attuale gestore sarebbe dovuto cessare il 31 dicembre scorso, senza alcuna proroga, non essendo prevista nei documenti di gara e nel frattempo non essendo stata bandita la nuova gara d’appalto. È stata data invece una proroga di sei mesi. Il codice stesso e ancor prima la legge comunitaria del 2004 impongono però che non ce ne sia altra. Hanno avuto 15 anni per predisporre il nuovo bando di gara, del quale non c’è tuttora l’ombra della procedura. Ora il tempo è scaduto. Il 1° luglio il Comune potrà gestire la piscina solo in proprio. In che modo e con quali atti amministrativi?
QUATTRO MILIONI IN PiÙ DI COSTI – Se il nostro governo locale avesse pensato per tempo di dare alla città la sua agognata e più avanzata seconda piscina, nulla, avendo la testa sul collo, gli avrebbe impedito, al costo di 15,2 milioni, che la facesse sul lato urbano opposto, come nei suoi programmi da oltre un decennio, e non imbucata a forza, con l’acqua alla gola, di fianco alla vecchia. Il terreno non sarà proprio gratis per la città, essendo “regalato” al Comune in cambio di costruire, al posto di un vicino vecchio capannone, delle case che prima non si potevano fare, ultima cosa di cui c’è bisogno pubblico. Ma il costo cash di questa soluzione sarà, stando ai prezzi di mercato, di almeno altri 4 milioni. Pagano tutto i cittadini? E come?
CHI PAGA I RIFACIMENTI DELLA VECCHIA? – Il bubbone è però marcio. De Pascale ha firmato, per giustificare l’abbattimento della vecchia piscina, che: “L’attuale impianto…risulta, in gran parte delle sue componenti, in uno stato vetusto e che necessita di interventi straordinari, che consistono nel rifacimento degli impianti tecnologici, della copertura mobile, nella rifunzionalizzazione degli spogliatoi e delle vasche…”. Dimostrerò che nel 2004 l’impianto, quando fu affidato allo stesso gestore del precedente appalto, era stato rimesso totalmente a nuovo e in piena efficienza. Nel corso della gestione, la ditta ha incassato dal Comune canoni per 6 milioni e 80 mila euro (+ Iva) del valore di allora via via indicizzato, lasciando al Comune solo il 3% degli incassi sui circa 8 milioni, ai valori attuali, introitati nei 15 anni. Si è dunque intascato ben oltre 14 milioni degli euro spendibili oggi. In cambio di tanta generosità, alla scadenza avrebbe dovuto riconsegnare la struttura tal quale. Dice infatti il contratto (ma c’è anche altro di più preciso): “L’impresa appaltatrice dovrà gestire ed eseguire, con ogni onere e spesa a proprio carico, una corretta e costante manutenzione ordinaria e periodica per mantenere in efficienza e in buono stato di conservazione ogni parte edilizia, strutturale ed impiantistica dell’impianto sportivo. Al gestore spetta anche ogni onere e responsabilità per il corretto svolgimento della manutenzione straordinaria dell’intero impianto sportivo”. Come, nell’assoluta indifferenza del Comune, l’impianto sia stato invece mantenuto, lo sanno bene suoi utenti, ma è stato anche scritto in sintesi, come detto sopra, dal Comune stesso. Quanto costerà rimediare a quanto non è stato fatto? Pagheranno anche questo i cittadini?
Il nodo, su cui si fa finta di niente, apparirà con evidenza massima quando avverrà (e dovrebbe essere il 1° luglio secondo legge) la riconsegna dell’impianto. Allora, secondo contratto, “le parti contestualmente provvederanno a verificare con apposito sopralluogo…lo stato degli immobili e la manutenzione, gli infissi, le attrezzature, gli arredi e le pertinenze”, dovendo tali operazioni“risultare da apposito verbale”. Se non avremo risposta su chi pagherà ogni rifacimento non dovuto, questo verbale, in un verso o nell’altro, sarà, a sgravio delle casse comunali per milioni, il nostro atto di accusa ».