«”È parziale e di parte la narrativa chilometrica diffusa ieri pomeriggio dal sindaco e dal capogruppo del PD Marco Montanari a Consiglio comunale ancora in corso, apparsa sulla stampa on line, sull’approvazione appena avvenuta di un ordine del giorno dello stesso de Pascale “per dire che il SSN è da anni sottofinanziato in Italia e che bisogna aumentare le risorse per la sanità”. Il taglio vistoso del film proiettato non è degno di una comunicazione pubblica democratica» A criticare il Partito Democratico è il capogruppo di Lista per Ravenna – Polo civico popolare Alvaro Ancisi.

«Certo, in Italia il finanziamento della sanità pubblica è stato notevolmente sottostimato dai governi di tutti i colori, anche in situazioni economiche molto migliori di quelle attuali, per cui non si poteva che sottoscrivere la richiesta di un cambio di passo. Ma lo stesso ordine del giorno ha trattato anche le pur gravi disfunzioni e le sperequazioni del servizio sanitario reso in Emilia-Romagna, soprattutto a danno della Romagna e del distretto di Ravenna, che non giustificano le genuflessioni del capogruppo PD davanti alla Regione Emilia-Romagna, perché avrebbe “ancora oggi, la sanità più pubblica, più efficiente e più universale del nostro Paese e questo perché sono i nostri amministratori a governare”».

Durante la discussione in consiglio comunale, lo stesso Ancisi aveva presentato un ordine del giorno dal titolo: “ORDINE DEL GIORNO A SOSTEGNO DELLA SANITà PUBBLICA E PARTICOLARMENTE IN ROMAGNA E A RAVENNA”, comprendente un emendamento che mette in evidenza «le lacune più vistose che nella nostra stessa città gli utenti della sanità pubblica addebitano alla Regione, totalmente responsabile, secondo la Costituzione, di come questo servizio è organizzato e disciplinato sul territorio:  “Il Consiglio Comunale invita la Regione Emilia-Romagna a […] “Riorganizzare e rafforzare i servizi di base della sanità pubblica rappresentati dai medici e pediatri di famiglia e dalla guardia medica notturna, festiva e prefestiva, nonché dai servizi infermieristici e di assistenza socio sanitaria, in modo che le richieste di visita in ambulatorio siano soddisfatte in tempi brevi e certi, escludendo la formazione di lunghe liste di attesa, e siano assicurate, nei casi che lo impongano, visite a domicilio. In tal modo potrà evitarsi che affluiscano per necessità al pronto soccorso ospedaliero pazienti di codice bianco, indicante per definizione che non hanno bisogno del pronto soccorso potendo rivolgersi al proprio medico”.»

Su questo punto Ancisi è critico contro la maggioranza: «Non avevano speso una parola né l’ordine del giorno del sindaco, né l’emendamento di Ravenna Coraggiosa. Accolto e inserito nel suo testo dal sindaco a condizione che ritirassi l’ordine del giorno per convergere sul suo, ho ritenuto di accettare per senso di responsabilità, ritenendo comunque importante e decisivo questo contributo, pur consapevole che la valanga dell’informazione di regime potesse sommergerlo».

Diverse le richieste nell’ordine del giorno presentato da Lista per Ravenna e rivolte alla Regione: “Formalizzare al più presto il riassetto e riqualicazione del servizio sanitario regionale, che ne superi le contraddizioni e le carenze;
confermare chiaramente la centralità del sistema pubblico a fronte del rischio che si accentui l’aumento dei cittadini obbligati a ricorrere a pagamento al sistema privato, a danno soprattutto della salute delle classi meno abbienti che non possono permetterselo;
distribuire adeguatamente le risorse finanziarie e tecniche disponibili in modo che, rispetto alle altre USL della regione, siano più eque quelle assegnate all’AUSL Romagna, tenuto conto tra l’altro che in questi anni ha portato avanti processi innovativi di fusione e nuove modalità di rapporto con le Università del territorio, cosicché siano garantite alle comunità romagnole servizi adeguati e i dovuti diritti e riconoscimenti al personale che ne consente l’erogazione;
ma soprattutto, riorganizzare e rafforzare i servizi di base della sanità pubblica locale rappresentati dai medici e pediatri di famiglia e dalla guardia medica notturna, festiva e prefestiva, nonché dai servizi infermieristici e di assistenza socio sanitaria, in modo che le richieste di visita in ambulatorio siano soddisfatte in tempi brevi e certi, escludendo la formazione di lunghe liste di attesa, e siano assicurate, nei casi che lo impongano, visite a domicilio: in tal modo potrà evitarsi che affluiscano per necessità al pronto soccorso ospedaliero pazienti di codice bianco, indicante per definizione che non hanno bisogno del pronto soccorso potendo rivolgersi al proprio medico”.

 

 

L’ordine del giorno di Lista per Ravenna – Polo civico popolare:

“Sono note le criticità finanziarie, funzionali e gestionali dell’AUSL Romagna, più accentuate sul versante ravennate.
Secondo la Costituzione italiana, spetta alle Regioni il potere legislativo sulla tutela della salute, esclusa la determinazione dei princìpi fondamentali, che spetta alle leggi dello Stato.
Al fine perciò di concorrere ad un sensibile miglioramento del servizio reso ai cittadini dall’AUSL Romagna, e particolarmente del territorio ravennate,

il Consiglio comunale di Ravenna
invita la Conferenza socio-sanitaria dell’AUSL Romagna,
presieduta dal sindaco di Ravenna a

sollecitare la Regione Emilia-Romagna affinché il finanziamento all’azienda USL Romagna venga almeno allineato a quello delle altre aziende regionali;

il Consiglio Comunale invita la Regione Emilia-Romagna a:

formalizzare al più presto il riassetto e riqualicazione del servizio sanitario regionale, che ne superi le contraddizioni e le carenze;
confermare chiaramente la centralità del sistema pubblico a fronte del rischio che si accentui l’aumento dei cittadini obbligati a ricorrere a pagamento al sistema privato, a danno soprattutto della salute delle classi meno abbienti che non possono permetterselo;
distribuire adeguatamente le risorse finanziarie e tecniche disponibili in modo che, rispetto alle altre USL della regione, siano più eque quelle assegnate all’AUSL Romagna, tenuto conto tra l’altro che in questi anni ha portato avanti processi innovativi di fusione e nuove modalità di rapporto con le Università del territorio, cosicché siano garantite alle comunità romagnole servizi adeguati e i dovuti diritti e riconoscimenti al personale che ne consente l’erogazione;
ma soprattutto, riorganizzare e rafforzare i servizi di base della sanità pubblica locale rappresentati dai medici e pediatri di famiglia e dalla guardia medica notturna, festiva e prefestiva, nonché dai servizi infermieristici e di assistenza socio sanitaria, in modo che le richieste di visita in ambulatorio siano soddisfatte in tempi brevi e certi, escludendo la formazione di lunghe liste di attesa, e siano assicurate, nei casi che lo impongano, visite a domicilio: in tal modo potrà evitarsi che affluiscano per necessità al pronto soccorso ospedaliero pazienti di codice bianco, indicante per definizione che non hanno bisogno del pronto soccorso potendo rivolgersi al proprio medico”.