Il covid ha colpito duramente le suore Tavelli di via Mazzini a Ravenna. La loro scuola, che fa parte della storia culturale e sociale della nostra città dal 1582, oggi è un Istituto Comprensivo Paritario retto sapientemente da una unione di religiose e di laici. L’ipotesi più accreditata è che il virus sia penetrato inizialmente nella scuola materna, in una delle cui sezioni sono emerse delle positività, e che da lì poi abbia contagiato le consorelle, mortalmente ieri suor Luisa. In questa scuola sono passati migliaia di ragazzi usciti con una preparazione ottima sul piano pedagogico e su quello educativo, confermata ampiamente negli anni con l’inserimento nel mondo del lavoro. In precedenza, nella diocesi di Ravenna, il covid era entrato nel monastero della suore Carmelitane, ad una delle quali ha sottratto la vita. Tutte le 45 suore della Carità di Cervia ne sono state infettate, 11 sono poi decedute. Altri casi sono avvenuti e purtroppo, furoreggiando la pandemia, potranno avvenire.
Il lutto è altrettanto angoscioso di quello che strazia o incombe ogni giorno su moltitudini di famiglie e di collettività in ogni parte del mondo. Che si abbatta sugli istituti di religiose ci porta a riflettere su cosa significhino, sotto il profilo sociale, queste loro perdite. Già la forte crisi delle vocazioni e l’impossibilità di effettuarne i ricambi hanno prodotto molte chiusure delle loro attività o la rarefazione e l’invecchiamento delle consorelle che le praticano. Il covid rischia di aggravare la situazione, a danno delle opere preziose che hanno sempre svolto a favore della cittadinanza: scuole paritarie, servizi sociali e sanitari, mense per gli indigenti, assistenza ai più deboli, azioni caritative, centri di preghiera e di formazione, ecc. È un altro vuoto che si sta formando sotto le fondamenta di socialità delle nostre comunità territoriali.
Le suore non fanno rumore, non irrompono nei mass media, non influiscono sugli indici di ascolto. Ma hanno sempre esercitato, e continueranno a farlo, per quanto potranno, una funzione di sostegno e di conforto per molta parte delle persone più bisognose di fratellanza e di solidarietà, in una parola di umanità, spesso collaborando, a volte anche sostituendosi alla mano pubblica. Stringiamoci più forte a loro in questo flagello planetario che rischia di affievolire anche questi valori. Rivolgiamo a loro un pensiero grato e affettuoso.