Non inganni il tiepido sole natalizio. Violente tempeste invernali sono sempre in agguato, preferibilmente tra gennaio e febbraio, riproponendo il tema drammatico delle mareggiate che si abbattono rovinosamente sul nostro litorale. Appena nominato sindaco di Ravenna, Michele De Pascale dichiarò, in una intervista televisiva, che si sarebbe immediatamente occupato di questo grave e irrisolto incubo emergenziale. Di tale impegno si sono avute poche tracce concrete e durevoli, e solo su alcuni lidi. Altri hanno ricevuto solamente riporti di sabbia a ripetizione, destinati ad essere risucchiati alla prima burrasca.
Nell’inverno 2017 anche la Regione Emilia-Romagna si impegnò in tale senso. La propria assemblea legislativa approvò infatti all’unanimità un ordine del giorno proposto dal consigliere Pompignoli della Lega, secondo cui la Giunta regionale avrebbe valutato “sulla base di proposte progettuali sorrette da studi specifici o di tipo sperimentale e opportune modellazioni che mettano le strutture tecniche regionali in condizioni di verificarne l’adeguatezza, le migliori soluzioni tecniche proposte anche innovative finalizzate a ridurre l’esposizione a rischio dei litorali e l’aumento del livello di sicurezza degli arenili e dei territori retrostanti, e quindi di meglio garantire l’integrità dei lidi romagnoli affetti dal fenomeno dell’erosione costiera”.
Nell’attesa, il 2018 fu tragico per talune zone a nord di Marina Romea e a Lido Adriano, falcidiate a fine agosto da mareggiate che avevano portato via fino a dieci metri di spiaggia. La Giunta comunale dichiarò allora che “la situazione merita senza dubbio un approfondimento, per comprenderne cause e preparare rimedi”, per cui avrebbe riunito immediatamente “in municipio i tecnici per capire come muoverci” e sentito “anche l’Università, con la quale collaboriamo nella gestione dei fenomeni di erosione e forniremo al più presto delle risposte”. Ma, proprio nei giorni di Natale dello stesso anno, una breve mareggiata colpì più a fondo le stesse predestinate zone, particolarmente Marina Romea nord fino alla foce del Lamone, ma anche Lido Adriano, abbattendo la duna di protezione degli stabilimenti balneari e mettendo a rischio anche le strutture.
Lista per Ravenna interpellò allora il sindaco perché riferisse su come la Giunta comunale e la Giunta regionale, in ragionevole accordo, intendessero “corrispondere strategicamente agli impegni di cui sopra da loro assunti”. La Giunta comunale rispose così, per la sua parte: “Si procederà, mediante studio da realizzarsi sulla base di modellazione numerica, a valutare quale sia la soluzione di opera di difesa rigida maggiormente adatta al contesto di intervento. I rilievi sono necessari per una corretta ‘taratura’ del modello utilizzato, il MIKE 21, che è di gran lunga lo strumento più versatile per la modellazione costiera. Si intende cosi mantenere una uniformità di risultato, sulla base di un’unica piattaforma. Il mese di marzo è il tempo indicato perché l’Università avvii i rilievi correntometrici utili a definire il nuovo modello matematico di protezione dell’arenile. Entro tre mesi si concluderanno i rilievi. Entro l’anno si avrà il nuovo modello matematico”.
Fine 2019 è arrivata senza che nulla si sia saputo di nulla. Di qui l’interrogazione question time oggi stesso presentata al sindaco per chiedergli spiegazione dell’ennesimo impegno non mantenuto, nella speranza che le nostre belle spiagge non vengano mantenute alla sperindìo oltre la scadenza del suo mandato elettorale, nel frattempo spendendo milioni e milioni di soldi pubblici in camionate di sabbia destinate ogni volta ad essere reinghiottite.