La perdita, nel prossimo anno scolastico, della prima classe elementare, per pochi bambini rispetto al numero minimo ordinario di 15, non riguarda solo le scuole di Castiglione di Ravenna e Roncalceci, «Problema che Lista per Ravenna ha sollevato sabato scorso con una prima interrogazione al sindaco» commenta Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna
«La pubblicazione dell’interrogazione da parte della stampa ha fatto sì che altre due analoghe situazioni, finora non emerse, ci siano state manifestate da alcuni cittadini. Riguardano Madonna dell’Albero, ad appena due chilometri da Ravenna, e Borgo Montone, che, per quanto esterno alla tangenziale, è una specie di grosso sobborgo della città.
Qui però non è il basso indice di natalità, proprio dell’intero territorio ravennate, la causa principale della carenza di iscritti alle due scuole primarie. Lo dimostra soprattutto Madonna dell’Albero, il bacino della cui scuola comprende anche la vicinissima San Bartolo, per un totale di circa 3.200 abitanti. 22 sono infatti i bambini di questo bacino in età di prima elementare, i cui genitori ne hanno però iscritto sul posto solo 7. Gli altri, in mancanza del tempo pieno per l’intera settimana di cui hanno necessità familiare, hanno scelto la primaria di San Pietro in Vincoli o l’istituto comprensivo Ricci Muratori di Ravenna, che ne sono largamente dotate. Stesso fenomeno per Borgo Montone, il quale, causa il sistema delle iscrizioni scolastiche in uso, è stato scelto solo da 3 bambini su 26, gli altri essendo stati dirottati con riserva sull’Istituto comprensivo Randi».
Ancisi sottolinea il rischio di desertificazione delle due frazioni, con le famiglie che potrebbero preferire spostarsi altrove mancando il servizio scuola: “Grave soprattutto è il rischio di progressiva estinzione della scuola di Madonna dell’Albero, una delle più popolose tra le 66 frazioni di Ravenna, soggetta anche ad un piano ormai prossimo di espansione edilizia, progettato per attrarvi 740 nuovi abitanti, quasi come un piccolo Comune. Priva già oggi di molti servizi essenziali, la scuola resta punto essenziale di animazione della collettività, altrimenti destinata a vivere in un quartiere dormitorio di Ravenna. La politica degli Istituti comprensivi, organizzati per attrarre popolazione della prima età scolastica anche esterna al proprio bacino grazie alla vasta offerta del tempo pieno, concorre a creare due fenomeni: per un verso, classi pollaio finanche da 25-26 alunni, in un contesto umano massivo; per l’altro, una progressiva desertificazione delle scuole periferiche e di campagna, dove il rapporto educativo e sociale tra la scuola, gli allievi e la comunità del territorio è più a misura delle persone, nonché più gratificante e formativo per buona parte della famiglie.
Il consigliere quindi chiede classi meno numerose e più tempo pieno: «Castiglione di Ravenna, Roncalceci, Madonna dell’Albero e Borgo Montone, accomunate dal problema impellente di come salvare fin dal prossimo anno scolastico la prima classe delle rispettive scuole primarie, e con esse il proprio senso sociale comunitario, sollecitano da subito l’amministrazione comunale a porre con forza all’Istruzione di Stato, cui appartengono queste scuole, l’esigenza, estesa in generale all’intero territorio comunale esterno al capoluogo, di riorganizzare l’assetto strutturale della propria potenzialità educativa orientandola verso due indirizzi di fondo. Da un lato, nelle località in cui esista una sola sezione per singola classe occorre ridurre il numero minimo di alunni fissandolo sulle 10 unità (del resto già proprio delle comunità montane); giova al riguardo tener conto anche delle esigenze di distanziamento sopraggiunte alla pandemia, nonché degli alunni che, per alcune fragilità, necessitano di un rapporto educativo più personalizzato. D’altra parte, bisogna potenziare l’offerta di tempo pieno per favorirne una maggiore assegnazione ai plessi decentrati di ciascun Istituto comprensivo: in tal modo, ogni famiglia potrà iscrivere i propri figli nel plesso del proprio stradario, vedendo esaudita la richiesta del tempo scuola necessario per le proprie esigenze. Questa misura “salverebbe” da sola, per esempio, Borgo Montone.
Di qui la richiesta che rivolgo al sindaco, volta a chiedergli se condivide le valutazioni di cui sopra, che nel caso richiedono di promuovere la formazione di un accordo con l’Ufficio provinciale scolastico dello Stato atto a realizzarne gli indirizzi».