«Accade abbastanza spesso a Ravenna che Davide batta Golia, anche se il gigante si vanta di aver vinto» lo afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, in merito alla questione della caserma dei Carabinieri di Marina di Ravenna.
Il 19 agosto scorso il sindaco De Pascale annunciò il trasferimento della caserma dei carabinieri di Marina di Ravenna all’interno del Centro civico di piazza Marinai d’Italia. Il progetto figurava nel piano degli investimenti del Comune per il 2018, già finanziato con 900 mila euro, dunque solo da appaltare entro l’anno. Lista per Ravenna ingaggiò a fine aprile 2016 un duro scontro contro questa decisione, proclamata all’origine dall’ex sindaco Matteucci, definendola ”l’ennesima patacca spacciata alla credulità elettorale” commenta Ancisi «Diventando entro quest’anno cosa fatta, è stato dunque necessario mettere in azione la coalizione tra la nostra Lista, Lega Nord e Forza Italia che due anni fa trascinò De Pascale al ballottaggio, andando vicinissima a batterlo. Tutti i consiglieri comunali dei tre gruppi hanno così sottoscritto, su mia proposta, un esposto, trasmesso al ministro dell’Interno Salvini l’11 ottobre scorso insieme ad un dossier documentale di 21 pagine, che chiedeva di riesaminare a fondo questo progetto, basato su un accordo tra il Comune e l’Arma di cui il consiglio comunale non ha mai saputo nulla.
Il cambio della musica ministeriale ha testé indotto De Pascale ad annunciare la retromarcia in assemblea pubblica, a Marina di Ravenna: la caserma non si farà più nel centro civico, bensì in via Trieste, dove il piano regolatore prevede già un’ area dedicata a questo intervento. Il Comune costruirà l’immobile, affittandolo poi ai Carabinieri. Questa soluzione era una delle due ipotesi alternative caldeggiate nel nostro esposto, rispetto al cui avvio si sono però perduti almeno otto anni. Era stata infatti annunciata dal sindaco Matteucci già nel febbraio 2010, quando egli comunicò al prefetto la proposta di cessione gratuita dell’area di via Trieste da destinarsi alla nuova Caserma, rendendo noto il mese dopo che “il Comune in sede di consiglio comunale nei prossimi giorni cede con atto formale definitivamente il terreno, in Marina di Ravenna, al Demanio dello Stato. Verrà definito l’iter per la costruzione della nuova Caserma che sarà pronta alla fine del dicembre 2012”. Nulla di ciò è avvenuto. Ora si andrà almeno al 2021».
«La Caserma, insediamento di per se stesso sensibile ad obiettivi di aggressione o terrorismo, avrebbe rappresentato, se così mal collocata, un rischio di coinvolgimento per l’intero circondario edilizio. Il palazzo comunale in questione non è stato gratis per la comunità ravennate, bensì il prezzo pagato a dei costruttori privati in cambio della maxi lottizzazione concessa dal Comune, beffardamente chiamata Programma di riqualificazione urbana (PRU) di Marina centro, che si riassume in 10 milioni di costi per 22.370 metri quadri di superficie edificabile, ricavata con massicce colate di cemento nella storica mirabile piazza centrale del paese preventivamente demolita. Il contratto fu stipulato nel 2008 dal Comune con la CMR di Argenta, nota cooperativa di sinistra, poi fallita. Ci ha pensato il mercato edilizio, residenziale e commerciale, a far fallire il progetto stesso. Di quel palazzo, piatto di lenticchie per tanto massacro urbanistico, ora largamente sottoccupato, il Comune, non sapendo che farsi, voleva rifilare a caro prezzo una buona parte all’Arma, che non si è capito perché dovesse essere condiscendente.
Non ci aspettiamo da nessuno, come sempre, ringraziamenti e riconoscimenti. Ci basta aver contribuito, come sempre, ad un governo di questa città più saggio, solo confidando che i fatti non siano misconosciuti».