Ieri, la polizia locale è arrivata in forze per evacuare dal parcheggio camper presso la basilica di Sant’Apollinare, a ridosso di una zona abitata e della scuola primaria del paese, una carovana di nomadi composta da una decina di veicoli tra cui tre camper, che – secondo le segnalazioni pervenute a Lista per Ravenna – vi si era accampata da dieci giorni. I residenti avevano più volte richiesto questo intervento lamentando soprattutto la trasgressione delle regole antivirus (camminamenti a gruppi, bambini che giocavano tra loro, uso dei servizi igienici della basilica con accostamento di persone, nessun uso delle mascherine, ecc). La carovana è stata scortata da due pattuglie di agenti fino agli spiazzi di Fornace Zarattini posti sul retro dei capannoni di via Ricci Curbastro, che, pur non attrezzati ad usi domestici, il Comune ha ritenuto idonei a fronteggiare l’emergenza coronavirus non essendo prossimi ad aree residenziali. Non si è però trattato di un fenomeno isolato, bensì sistematico, attinente a due clan familiari originari della Bosnia a cui il Comune di Ravenna ha assegnato una residenza virtuale nell’inesistente via dell’Anagrafe 1, Ravenna. Non avendo un domicilio fisso, possono muoversi ovunque nel territorio comunale, sfuggendo ai controlli, senza l’obbligo emergenziale di “starsene a casa”.
Avevamo raccolto e trattato la seguente segnalazione, datata 16 marzo scorso: “Siamo un’azienda che ha sede e lavora vicino al Pala de Andrè. Purtroppo da anni non ci sentiamo sicuri in quanto i nomadi con relativi camper sono diventati praticamente stanziali. Oltre tutto, lasciano sempre rifiuti sparsi e fanno i loro bisogni per terra, fuori dai camper, anche in presenza di passanti (grandi e bambini). Purtroppo, presumiamo per colpa dell’ emergenza Coronavirus, la situazione sta degenerando e questa mattina l’ inizio del marciapiede di via Pag (angolo via Trieste) era interamente cosparso di escrementi umani. Purtroppo non abbiamo foto, perché abbiamo paura, se visti, di ritorsioni; ma speriamo che una segnalazione pubblica possa finalmente eliminare questi episodi”. Sono gli stessi nomadi di cui sopra, problema cronico ben noto a Lista per Ravenna, nelle persone di Nicola Grandi ed Elisa Frontini, presidente e componente del Consiglio Darsena, esposto costantemente al comandante della polizia municipale Andrea Giacomini. In effetti, i suoi agenti sono più volte intervenuti per allontanarli dalle diverse aree in cui di volta in volta si spostavano, con “armi” tuttavia spuntate. Abbiamo infatti constatato che, da un anno esatto a questa parte, Giacomini ha firmato, nei loro confronti, 13 ordinanze di sgombero e rimozione per “occupazione indebita di suolo pubblico, tramite accampamento e posizionamento di carovane e mezzi di trasporto”: cinque in zona Darsena (via Eraclea, via Trieste e soprattutto via Travaglini presso il centro commerciale Teodora), una in zona ESP (via Bussato) e sette in zona mercato ambulanti (via Marconi, via Sighinolfi e piazzale del Commercio). L’effetto è stato sempre momentaneo, perché le carovane si spostavano ogni volta da un’altra parte, parimenti inidonea. Due “sfratti” sono state impartiti ad una stessa famiglia, per lo stesso caravan, addirittura lo stesso giorno: di primo mattino in via Trieste, di primo pomeriggio in via Travaglini, a due passi. Questo è il massimo che legge e regolamenti consentano oggi alle forze di polizia di fare, anche moltiplicando i controlli.
Passata l’emergenza, bisognerà, a nostro parere, togliere la residenza fittizia in via dell’Anagrafe a chi, non “senza tetto”, ma con tetto “mobile”, ne abusa. Inoltre, bisognerà finalmente approvare, dopo oltre un anno dalla sua presentazione al sindaco da parte della polizia municipale, il nuovo regolamento di polizia urbana, in cui è stato introdotto, come Lista per Ravenna aveva chiesto, il cosiddetto Daspo urbano. Sarebbe applicato all’intera città di Ravenna, a tutte le località balneari e alla zona compresa entro 400 metri dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, con facoltà di disporre l’allontanamento forzato da tali zone di chi ne fa uso illegale, con recidive che possono portare al divieto di accesso e infine anche all’arresto dei renitenti. Tuttavia, una città come Ravenna deve avere, anche ai fini turistici, un’area camper attrezzata, anche per lunga sosta, con acqua, luce e servizi igienici, non essendo idonea e sufficiente a tale scopo quella modesta di piazza della Resistenza.
I giostrai di via Medulino – C’è poi il caso diverso, più facilmente risolvibile con la volontà politica, delle famiglie nomadi sinti titolari di “spettacoli viaggianti” (luna park e giostre), alle quali il Comune consente impropriamente di risiedere in maniera stabile, con tutti i problemi che ne conseguono, oggi non emergenziali, nel piazzale di via Medulino in zona Darsena. Ce ne occuperemo in un momento più indicato.