Domani, in consiglio comunale, si tornerà a parlare della Ravegnana, dei danni causati a cittadini e imprese a causa della chiusura della strada dopo il crollo dell’argine e della diga. «I cittadini colpiti più gravemente dalla chiusura della Ravegnana riceveranno dalla maggioranza, in aggiunta ai danni, anche le beffe» commenta Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna «Giustificherò il voto contrario di Lista per Ravenna con la seguente narrazione dei fatti, a partire dal 19 marzo, quando la maggioranza si scontrò una prima volta in consiglio con tutta l’opposizione su questo tema. La battaglia si svolse sul duplice fronte dei rimborsi alle imprese e alle famiglie».
«Il provvedimento approvato allora dalla maggioranza stabilì che, per la durata del blocco stradale, sarebbero stati esentati dal pagamento dei tributi comunali sui rifiuti, sull’occupazione di spazi pubblici e sulla pubblicità gli “esercizi commerciali, artigianali, pubblici esercizi, turistici e ricettivi ubicati nell’area preclusa al traffico” – così dice la legge del 1995 richiamata a questo scopo – cioè sul solo tratto della Ravegnana tra la tangenziale di Ravenna e Longana. Un emendamento di Lista per Ravenna, bocciato da 19 voti contro 15, allargava invece questo beneficio agli esercizi stessi “ubicati nell’area economicamente danneggiata”. Passati inutilmente quasi nove mesi, ecco però che De Pascale & c. riportano la palla in Consiglio per rimangiarsi tutto, estendendo il taglio dei tributi comunali a tutto il tratto statale di via Ravegnana a Coccolia. Quello che prima, proposto da Lista per Ravenna, era secondo loro contrario alla legge ora avviene “nel rispetto della ‘ratio’ della norma”. Ma la vergogna maggiore è che, di fronte a danni economici ingenti patiti dalle imprese in questione per dieci lunghi mesi, la miseria del “risarcimento” è stata calcolata in 13 mila euro per tutte, una mancia per ciascuna, per giunta tutta da definire. La somma non sarà a carico del Comune, perché, riguardo alla tassa sui rifiuti, che la copre quasi interamente, si distribuirà prima o poi sulle bollette della TARI pagate dai contribuenti ravennati.
I DANNI ALLE FAMIGLIE
L’altra ragione di scontro tra maggioranza ed opposizione riguarda il mancato benché minimo riconoscimento dei danni subiti dalle famiglie che, per andare o venire da Ravenna, hanno dovuto utilizzare lunghi e faticosi tragitti su stradelli di campagna o argini fluviali sconnessi e pericolosi. Di loro la maggioranza non ha voluto nemmeno discutere, bocciando anche la seguente testuale proposta alternativa di Lista per Ravenna: ammettere al riconoscimento i cittadini residenti o attivi nelle aree di San Pietro in Vincoli, Roncalceci e Ravenna Sud (San Marco e San Bartolo, in particolare) i cui danni siano stati conseguenti ad esigenze lavorative o familiari opportunamente attestate; stabilire dei parametri oggettivi per definire la somma da corrispondere, sotto forma di contributo del Comune, a chi ne avesse fatto richiesta; proporre al Consiglio una congrua variazione alla spesa corrente del bilancio di previsione 2019 (che è pari ad oltre 200 milioni di euro) dando copertura al provvedimento nella misura indicativa di 200/300 mila euro; quindi emettere un avviso pubblico per promuovere le richieste di usufruire di tale beneficio, adeguatamente documentate o attestate in relazione ai requisiti di partecipazione fissati.
IL SENSO DELL’INGIUSTIZIA
Manca non solo il buon senso, ma il senso della giustizia. La diga di San Bartolo non è crollata per fatalità, ma per responsabilità dalle quali le amministrazioni pubbliche del territorio non possono chiamarsi La Magistratura le sta indagando. Ne riparleremo».