Abbiamo ricevuto per via postale una lettera non firmata, la quale, essendo tuttavia dotata di argomentazioni e di foto dimostrative, ha giustificato un nostro approfondimento del suo contenuto, aspramente critico nei confronti dei rapporti instaurati, in una località a sud di Ravenna, tra l’apparato locale del PD e la scuola comunale ivi esistente. Non facciamo nomi per non turbare la serenità dei bambini, delle loro famiglie e del corpo insegnante, ma alleghiamo interamente al sindaco il materiale di cinque fogli compreso nella busta chiusa consegnataci dall’ufficio Protocollo del Comune.
Tagliate le espressioni eccessive e riorganizzata l’esposizione in modo scorrevole per quanto integralmente, la lettera lamenta “un’azione che dura da tempo” , definita come una specie di “plagio”, instaurata soprattutto da un’insegnante residente in quel paese e perdurante anche dopo la sua uscita dal servizio, di fronte a cui “anche i genitori non piddini devono abbassare la testa”: “Quando insegnava, genitori e bambini erano convocati il pomeriggio dell’ultima domenica di festa dell’Unità per ‘donare’ uno spettacolo ai presenti ed ovviamente obbligati a pranzare al ristorante del festival, e non era ammesso contestare”. Quando era in servizio, “ha fatto ben di più regalando giochi, gite e altro utilizzando soldi o donazioni del PD. Per finanziare una gita allo zoo Safari aveva organizzato presso la Casa del popolo locale un apericena dove ovviamente anche i genitori che non condividono il PD sono stati ‘costretti’ ad andare per non deludere o danneggiare i propri bambini. Vergognoso che ancora la Ex imponga certe scelte, minacciando, come accaduto, di non fare più nulla se non viene ascoltata”.
Di qui la domanda, rivolta all’amministrazione comunale: “Corretto che un partito politico, mascherando il tutto con un’Associazione (si omette il nome, comunque di affiancamento alla scuola), paghi iniziative…con uno scopo ben mirato di visibilità pubblica nella comunità ai soli fini propagandistici?”.
Abbiamo verificato presso familiari degli alunni della scuola in questione che, in effetti, allo scopo di sostenere attività (come le feste di Natale, le gite, ecc.) o finanziare spese di utilità scolastica, la scuola ha accettato offerte o inviti da soggetti esterni, anche partecipando a pranzi organizzati dal PD, a cui nessuno era obbligato a prender parte, ma certo con difficoltà dei genitori a sottrarvisi per non scontentare i figli e farli sentire a disagio verso i compagni. Tutti gli anni il PD organizzava un pranzo, il cui ricavato andava a sostenere la scuola. Gli ultimi anni non si è più fatto causa scarse adesioni. Anche l’apericena pro gita alla zoo è in effetti avvenuta, organizzata la primavera scorsa presso la Casa del popolo. L’associazione chiamata in causa si è però sciolta l’anno scorso. Al comitato scolastico di partecipazione, composto da insegnanti e genitori, sono stati invitati per diversi anni i rappresentanti di varie istituzioni del paese, compreso il circolo del PD.
La buonafede del corpo scolastico è fuori discussione. Si è pensato a creare momenti di scambio e di socializzazione tra la scuola e il paese, ricercando la collaborazione di tutti, che non è mai mancata, per la migliore riuscita delle iniziative. Ma la scuola pubblica, come la moglie di Cesare, deve essere sì estranea, ma anche al di sopra di ogni sospetto di collegamento, anche indiretto, con interessi di partito, fossero anche solo pubblicitari.
Chiediamo pertanto al sindaco se intende rappresentare alla competente struttura dirigenziale dell’Amministrazione l’opportunità, al di là del caso specifico, che sia dato indirizzo alle scuole e alle istituzioni educative del Comune di Ravenna affinché qualsiasi iniziativa da svolgersi al loro interno come all’esterno sia organizzata e si svolga senza alcun collegamento, diretto o indiretto, con persone, quadri o strutture di partito che si propongano, anche notoriamente, come tali.