“L’arrivo delle festività pasquali segna di fatto l’avvio della stagione turistica. Già balza all’occhio, almeno per i nostri lidi, che non siamo pronti. Cantieri aperti, strettoie, sensi unici alternati, ordinanze ballerine, ecc. smentiscono la lungimiranza che la Giunta de Pascale ostenta in ogni occasione, alimentando invece il senso di improvvisazione e di affanno che si percepisce di fronte alle manutenzioni e agli interventi ancora in corso, degni di essere programmati e realizzati per tempo.
A fronte dei ripetuti peana innalzati senza contradditorio dalla Regione e dal Comune di Ravenna sull’andamento glorioso delle rispettive presenze turistiche (il valore più sostanziale) nel 2023, c’è da registrare come, giunti a Pasqua, i dati analitici ufficiali di questo comparto economico non siano stati ancora pubblicati. Il report dell’Unioncamere e della Regione dell’Emilia-Romagna emesso il 1° febbraio si riduce infatti ad estrazioni e valutazione prive dei completi supporti statistici, distinti per regione, province e singoli comuni. Lo stesso succede a livello nazionale sull’andamento del settore nel nostro Paese e nelle singole regioni. I pochi dati generali comunque estraibili, confrontati in controluce con quelli del 2022, riducono di molto i toni trionfalistici.
L’ “anno record per il turismo dell’Emilia-Romagna” (https://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/2024/febbraio/turismo-2023-record-per-lemiliaromagna), pari a +1,9% delle presenze turistiche rispetto al 2022, si ridimensiona parecchio di fronte al +2,7% del dato nazionale, che dimostra come, nel 2023, il turismo sia andato meglio, non di poco, nel resto del Paese. Nel Comune di Ravenna, ogni entusiasmo sulla “rinascita” della Ravenna turistica si raffredda constatando che la nostra città (ex capitale di un impero ultracontinentale, 8 monumenti Patrimonio dell’Umanità, tomba di Dante, archeologia e musei a non finire, pinete e valli storiche, 35 chilometri di larghe spiagge, Mirabilandia, ecc.), resta anche nel 2023, con 2.723.013 presenze turistiche, al sesto posto nella sola Emilia-Romagna dopo Rimini (6.731.661), Bologna (3.519.966), Cesenatico (3.475.376), Riccione (3.347.114) e Cervia (3.278.286), precedendo non di tanto Bellaria-Igea Marina (2.092.954) e Comacchio (2.078.615). Posizioni immutate, quasi storiche, rispetto al 2022, salvo il cambio di posto tra Bellaria e Comacchio, figuriamoci quanto Ravenna sarebbe lontanissima dai piani alti quando si dovesse conoscere la classifica italiana del 2023, dove, per le sue straordinarie attrazioni internazionali, meriterebbe invece di risplendere.
D’altra parte, il confronto del 2023 col 2022, quando a Ravenna le presenze sono state 2.612.011, presenta sì un aumento di 111.022 apprezzabile, che però è assai poco rilevante per risalire la china, conseguenza di un governo territoriale della stessa matrice politica che nel 2024 compie, in questa città, 55 anni di assoluto potere. E per favore, non si diano colpe gravi all’alluvione di maggio, che ha colpito di striscio la stagione turistica, nel mentre si esaltano le “ben 94 crociere che hanno fatto scalo nel Porto di Ravenna nel 2023, per una movimentazione di oltre 330mila passeggeri”. I conti non tornano. La matematica non è un’opinione.”