“Parlare di “verde pubblico” in questa consiliatura rasenta il comico: basta girare la città e guardarsi intorno per rendersi conto che da mesi, quindi non solo in questi ultimi tempi di grave siccità, i nostri manti erbosi pubblici da verdi sono diventati completamente gialli, non solo perché non innaffiati, il chè sarebbe normale data l’assenza di pioggia.
Bensì per un altro motivo: ovvero che spesso sono sommersi dall’erba precedentemente tagliata e non raccolta. Il motivo è semplice: per tenere i costi estremamente bassi, gli addetti agli sfalci dei manti erbosi, non ammucchiano più gli scarti a bordo strada per raccoglierli, ma li abbandonano direttamente sul manto erboso, creando il cortocircuito per cui anziché diventare fertilizzante, essendo in quantità sovrabbondante, soffocano ulteriormente il manto sottostante, marcendo, in caso di piogge, o diventando “paglia” svolazzante in caso di siccità. Paglia che non solo è brutta da vedere, ma è altresì pericolosa per due motivi:
per i cani che potrebbero forarsi le zampe o inalare forasacchi e sminuzzi;
in quanto facilmente incendiabile, data la siccità del momento
Ma sulla gestione sugli sfalci, che dovrebbe essere una delle attività più banali per un’amministrazione, la questione è paradossale. In alcuni luoghi la città è diventata giallo-paglia, in altri, invece ci sono tratti in cui l’erba è alta oltre il metro, priva di qualsivoglia cura ed interesse, nonché con tratti pericolosissimi in cui è impedita la visibilità su incroci o rotonde; Il tutto nonostante da questo mandato, a differenza dello scorso, l’Assessore di riferimento abbia praticamente solo quella delega da dover seguire!!!!
Esistono però zone di Ravenna dove la cura del verde pubblico segue un percorso diverso ovvero non ci si avvale di Azimut, società pubblico-privata che si occupa di sfalci, cimiteri, e gestione parcheggi, ma si stipulano accordi, che sulla carta dovrebbero essere virtuosi, con gruppi locali di cittadini, come Comitati Cittadini, Proloco, Associazioni ecc.
Il tutto è regolato, non da oggi, dal “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini ed Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”. Tale regolamento prevede oneri e onori per le parti in causa, ma di base esso garantisce un contributo economico da parte del Comune di Ravenna nei confronti dell’associazione privata allo scopo di aiutarla nella copertura dei costi sostenuti. E se da una parte i gruppi di cittadini vedono un’entrata che può tornare utile anche per iniziative diverse, dall’altra parte il Comune può contare su una gestione del verde teoricamente più attenta e puntuale perché eseguita da cittadini di frazione che possono osservare quotidianamente l’andamento della crescita erbosa.
Succede però che in alcune frazioni qualcosa non vada: un esempio su tutti è ciò che succede a Porto Fuori, ridente frazione rosso fuoco, nella quale il Comune di Ravenna, già da diversi anni, ha stipulato un accordo con la locale Polisportiva nel quale il Comune stesso si impegna a riversare nelle casse della Polisportiva una somma annua massima, previa presentazione di regolare rendicontazione, a titolo di contributo a copertura dei costi sostenuti per lo svolgimento delle azioni di cura. Per contro, la Polisportiva di Porto Fuori “Aldino Salbaroli” si impegna a realizzare il suddetto “progetto di cura”, nominando un responsabile, vigilando sulla corretta fruizione dell’area pubblica, segnalando criticità, mantenendo pulite le aree raccogliendo e smaltendo rifiuti, curando le attrezzature messe a disposizione dall’Amministrazione e, soprattutto, come esplicitato nell’art. 3 del patto, mantenendo i tappeti erbosi delle aree assegnate rasati in modo tale da non rendere necessaria la raccolta dell’erba, ma qualora fosse necessaria, la Polisportiva di Porto Fuori si impegna a concentrare tempestivamente eventuale materiale di scarto nei punti individuati a margine delle aree verdi, in modo da facilitarne lo smaltimento da parte di Hera.
A fronte di tutto ciò la Polisportiva ha incassato la cifra massima ogni anno, presentando rendicontazioni in carta semplice, senza nessun obbligo di allegare fatture pagate o scontrini, per la precisione ha ricevuto €. 10.300 per l’anno 2019, €. 14.400 per l’anno 2020 (che nonostante i lockdown e i parchi deserti evidentemente hanno dovuto lavorare di più), €. 14.400 per l’anno 2021 mentre, per l’anno 2022 riceveranno €. 13.750, per un totale di €. 52.850 in quattro anni.
E allora dove sta il problema? Ebbene, nonostante la gestione del verde pubblico sia in capo a cittadini del luogo, presenti costantemente sul territorio e quindi in grado di osservare l’andamento delle crescite erbose, essi, in piena linea con la modalità Azimut, se ne fregano e lasciano anch’essi tutti gli sfalci sparsi sul manto realizzando distese di materiale secco (in questo momento) o marcio, in caso di pioggia.
Tale problematica è stata regolarmente segnalata privatamente all’Assessore di riferimento Igor Gallonetto, il quale, nonostante si sia anche personalmente recato ad eseguire un sopralluogo, prendendo atto sia del lavoro mal fatto, sia delle improbabili giustificazioni dei rappresentanti della Polisportiva, nulla ha però messo in pratica affinché, durante la stagione, venisse modificato il metodo di sfalcio, peggiorando considerevolmente quindi la condizione di parchi e aiuole in tutta la frazione di Porto Fuori.
L’arroganza di alcuni volontari della Polisportiva prosegue anche sulle pagine ufficiali social del paese e del comitato cittadino, poiché, a fronte di lamentele di qualche cittadino, essi si permettono persino di invitare il “lamentone di turno” a prendere rastrello e forcale per pulire lui stesso il disastro, dato che “essendo caldo” ed “essendo volontari” non possono far tutto loro, dimenticando evidentemente gli oltre 50mila euro incassati in quattro anni e rimasti nelle casse del loro gruppo.
Fin qui potremmo dire di trovarci di fronte al classico caso di massimizzazione dei “profitti” (benchè incassati a scopo benefico, sia chiaro) riducendo al minimo i costi e le spese – che però ricordiamo dovrebbero essere rendicontate per l’ottenimento del contributo e non a babbo morto – invece la questione di complica.
La Polisportiva di Porto Fuori, come tutte le altre società ravennati, utilizzando palestre comunali per le proprie attività sportive, deve erogare al Comune di Ravenna delle somme proporzionali alla fruizione del locali, ma mentre altre società sportive comunali versano a fatica l’obolo all’Ufficio Sport sostenendosi con le proprie forze, con i propri iscritti o con fondi talvolta personali, la Polisportiva di Porto Fuori vanta il generoso vantaggio di poter ricevere dal Comune il contributo (pieno) per la gestione del verde, a copertura dei costi o di parte di essi.
La stessa Polisportiva, pochi giorni fa, sulla pagina ufficiale Facebook del Comitato Cittadino riferisce che “Per il servizio che rendiamo, il Comune ci riconosce un contributo economico, l’utile che rimane viene utilizzato per le attività della Polisportiva e per fare del sociale (tutte info pubbliche e/o documentate).”
Apprendiamo con stupore che evidentemente l’utile che rimane viene utilizzato per le attività della Polisportiva a tal punto che infatti la stessa associazione, per gli anni 2020 e parte 2021, deve ancora alle casse comunali circa €. 6.030 mai versati per l’utilizzo delle palestre pubbliche e per i quali pare essere in corso la riscossione coattiva della cifra!!!
Ritenendo sacrosanto aiutare lo sport, il volontariato ed ogni sua forma di congregazione sociale, partendo però da una base uguale per tutti, e considerando che in questo caso ci troviamo di fronte alla solita sicurezza arrogante di chi negli anni ha sempre avuto tutto facilmente, senza dover mai rendere conto a nessuno ciò che fa e considerando irrispettoso nei confronti di tutte quelle società sportive, anche più piccole, che a fatica invece sono sempre in pari coi pagamenti senza ricevere alcun contributo annuo comunale, anche riferiti agli scorsi anni bui del Covid, si è deciso di depositare un’interrogazione al Sindaco ed alla giunta, ponendo i seguenti quesiti.
• Se si ritenga corretto perpetrare ad erogare cifre economiche intere nonostante il servizio venga svolto in maniera approssimativa, ai limiti dell’aumento del degrado, come dimostrato dalle continue segnalazioni.
• In quanto tempo si pensi di poter rientrare della somma a credito che il Comune vanta nei confronti della Polisportiva, oppure se si pensi di non erogare parte della quota spettante per il 2022.
• Se si ritenga corretto non pretendere che la stessa Polisportiva paghi quanto dovuto per l’utilizzo palestre senza alcuna dilazione, dato che può vantare introiti comunali che altri non hanno.
• Se non si ritenga doveroso, a questo punto, aprire l’opportunità a tutte le società sportive di poter ricevere un contributo pubblico annuo a fronte di servizi socialmente utili quali, ad esempio, la manutenzione del verde del quartiere dove insistono.
Se non sia il caso di effettuare una compensazione fra i crediti vantati dal comune e i debiti che la polisportiva stessa ha nei confronti dell’amministrazione.
“A pensar male di fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca” ed è difficile non ritenere queste agevolazioni delle mere cambiali di scambio elettorale.”