Alberto Ancarani (FI) interroga il consiglio comunale su imbrattamenti rete antifascista. Quali provvedimenti contro la sedicente rete antifascista che imbratta fingendo di fare opera benemerita?
Premesso che:
Con una certa sorpresa, personaggi che fanno riferimento a un comitato che si definisce “Rete antifascista di Ravenna” hanno comunicato ad organi di stampa di essere impegnati nella presunta “cancellazione” di simboli fascisti o di estrema destra da muri della città, in particolare edifici pubblici, corredando detta informazione con immagini in cui si vedono i loro volti;
Ricordato che:
Le immagini evidenziano chiaramente come questi soggetti, non abbiano realmente intenzione di cancellare muri imbrattati, ma con ulteriori bombolette spray espandano gli imbrattamenti già presenti con ulteriori imbrattamenti rendendo plastica la commissione di un reato con l’espediente di coprire gli effetti di un altro reato;
Sottolineato che:
Se la loro intenzione fosse realmente benemerita questi soggetti si doterebbero di una macchina sabbiatrice e provvederebbero a cancellare detti imbrattamenti presenti anziché espanderli;
Tenuto conto che:
In città, e spesso su muri di edifici pubblici, campeggiano anche numerosissimi imbrattamenti che fanno riferimento a simboli di morte quali falci e martelli vari o inneggianti al comunismo, ed in particolare è presente da anni un enorme scritta nelle mura esterne del parcheggio di fronte all’ex macello ove campeggia a caratteri cubitali la scritta “ANTIFA” che sporca in maniera estremamente impattante il luogo;
Evidenziato che:
L’imbrattamento è un reato punito dal codice penale e la giunta municipale è la prima a dover segnalare alla Procura della Repubblica fatti che possano avere un rilievo penale, a maggior ragione se in danno di beni di patrimonio comunale;