In queste ore di accelerazione sulla conferenza dei servizi per poter avviare a inizio 2023 i lavori per l’installazione della nave rigassificatrice che SNAM, su input del governo, intende collocare al largo di Ravenna, arrivano un profluvio di dichiarazioni del Sindaco De Pascale anche a importanti organi di stampa nazionali che tendono a voler configurare un ipotetico “modello Ravenna”. Si tratterebbe, insomma, di una peculiarità tutta ravennate volta a raggiungere un obiettivo strategico per il paese e in parte impattante sulla città, con il consenso di tutte le parti sociali e politiche.
Il ragionamento propagandistico di De Pascale sostanzialmente è: “guardate a Ravenna dove governo io come siamo belli e bravi. Mica come a Piombino dove c’è un sindaco di centrodestra che invece è contrario…” (ma a Piombino è contrario anche il PD…)
Ora, non si può negare che la prima parte del concetto sia molto vicina alla realtà. Ma “vicina” non significa che lo sia interamente. Si deve infatti evidenziare che, in attesa che si svolga il preannunciato (dal Sindaco e non dal Presidente del Consiglio comunale, come invece dovrebbe essere…) voto del consiglio comunale sul rigassificatore, evento che a questo punto avrebbe avuto senso celebrare prima e non dopo il termine previsto per la presentazione di osservazioni al progetto, già due voti sono stati espressi dal consiglio comunale su ordini del giorno che affrontavano il tema energetico. Il primo era su un documento presentato da Chiara Francesconi, ora Azione, in quel momento PRI, che metteva i puntini sulle i circa le scelte di politica energetica necessarie per il nostro territorio alla luce dei problemi insorti con l’attacco russo all’Ucraina.
Il secondo ordine del giorno, presentato da Alberto Ferrero di Fratelli d’Italia, chiedeva invece la ripresa delle estrazioni nelle piattaforme al largo di Ravenna.
Ora, si dà il caso che su entrambi i documenti, l’unico gruppo consiliare che ha espresso un voto contrario, neppure di astensione, sia stato non già un qualsiasi gruppo di opposizione a De Pascale, ma quello del Movimento 5 Stelle, parte integrante della maggioranza che lo sostiene, al punto da esprimere “l’assessore al verde”.
Ebbene, se dunque esiste un presunto “modello Ravenna” De Pascale deve ringraziare prima di tutto e di tutti proprio l’opposizione locale di centrodestra che, anziché scegliere di speculare su una divisione gravissima interna alla maggioranza, magari lasciando l’aula al momento del voto per evidenziare le contraddizioni, particolarmente gravi proprio per la delega che De Pascale ha conferito all’assessore grillino, ha responsabilmente scelto di esprimere già due volte un chiaro voto di sostegno su questi temi, consentendo, di fatto, al Sindaco di poter raccontare alle agenzie nazionali di stampa che a Ravenna c’è coesione.
Quella coesione che, come dimostrano i voti espressi pubblicamente in consiglio manca proprio alla sua maggioranza.
Questo atteggiamento responsabile del centrodestra ravennate è, piaccia o meno a qualche commentatore poco imparziale, la prova che quando il centrodestra si trova a fare scelte forti che impattano sull’interesse nazionale, esse vengono prima della tattica e della partigianeria politica.
Visto che non sembra che De Pascale abbia l’onestà intellettuale di ammetterlo, e che la campagna elettorale per le politiche certo non lo aiuterà nel farlo, glielo ricordiamo noi.